Diritti civili. Marina Berlusconi contro il governo. “Sono in sintonia con la sinistra”. Arcigay approva. Allarme estremismi in Europa

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AgenPress – “Questo governo ha sempre rispettato pienamente le regole della democrazia e in politica estera ha mantenuto la barra dritta su posizioni europeiste e filotlantiche. Poi, per carità, ci sono anche temi su cui si può essere più o meno d’accordo… Personalmente, ad esempio, sui diritti civili. Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere”.

A dirlo Marina Berlusconi, in un’intervista al Corriere della Sera. Parole che hanno trovato il consenso del segretario generale dell’Arcigay Gabriele Piazzoni.

“Nelle parole di Marina Berlusconi non vedo una vicinanza alla sinistra, anzi vedo il profilarsi di una destra liberale, in Italia ridotta al lumicino, soffocata dall’avanzata cannibale della destra estrema dei Vannacci e di Gioventù nazionale”.

“Ricordo che in diversi Paesi europei, Francia e Inghilterra ad esempio  il matrimonio egualitario è stato un provvedimento dei governi di area popolare, e nella stragrande maggioranza dei Paesi europei i diritti civili non sono temi appannaggio esclusivo della sinistra. Le parole di Marina Berlusconi, dal nostro punto di vista, restituiscono un senso e una completezza al nostro arco parlamentare, senza essere né contraddittorie né tantomeno un’invasione di campo dell’area progressista”.

Marina Berlusconi ha espresso preoccupazione anche per l’ondata di estremismi in Europa. “Il successo alle Europee di movimenti con idee antidemocratiche non può non allarmare. Le preoccupazioni sulle conseguenze del prossimo voto negli Stati Uniti aumentano”.

“Penso che a Bruxelles – aggiunge – si debba fare una riflessione molto profonda. Dietro il diffondersi di certe simpatie antidemocratiche c’è anche una crescente insofferenza, quasi una rabbia, verso l’Europa del troppo controllo, del dirigismo, della burocrazia. La risposta però non può certo essere quella di rinchiudersi nei propri confini. Al contrario, serve un’Europa più forte e più coesa, capace di far percepire alle persone tutti i benefici di una vera unità”.

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