Roma. Tribunale respinge ricorso di un avvocato palestinese contro il governo per vendita armi ad Israele

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AgenPress – A proporre il ricorso contro il governo italiano, lo scorso aprile, era stato l’avvocato palestinese Salahldin Abdalaty che si era affidato ad un pool di colleghi del foro di Torino, con il quale chiedeva alla magistratura di imporre al governo italiano lo stop alla vendita, alla consegna o al trasferimento di armi ad Israele, e di cessare qualsiasi forma di sostegno diretto o indiretto alle operazioni militari nella striscia di Gaza.

Secondo il giudice Mario Tanferna, della seconda sezione civile, il ricorso è “inaccoglibile” anche perché, “fra l’altro, si configura un difetto di giurisdizione”.

Negli atti depositati al tribunale di Roma per il ricorso intentato dall’avvocato palestinese, sostiene in un documento il pool di legali torinesi che l’ha assistito, il governo italiano ha “ammesso formalmente che sono proseguite, e che proseguiranno, le consegne di materiale di armamento verso Israele” .

“Si tratterebbe – scrivono i legali riferendosi al contenuto degli atti presentati dall’esecutivo – di materiali residui di licenze autorizzate prima del 7 ottobre 2023, che sarebbero stati sottoposti ad analisi tecnica. Sarebbe risultato materiale non letale e non suscettibile di essere direttamente impiegato contro la popolazione civile. E infine, si dice che si tratterebbe in gran parte di documentazione tecnica e corsi di formazione o di materiale non offensivo”. L’avvocatura dello Stato, in ogni caso, avrebbe fatto presente che dopo il 7 ottobre il rilascio di nuove licenze sarebbe stato sospeso. Questa circostanza, secondo gli avvocati, dimostra che “lo Stato italiano riconosce che Israele sta violando lo statuto delle Nazioni Unite” e, quindi, “non può e non deve inviare armi sotto qualsiasi forma, inclusa la ‘documentazione tecnica’ e i ‘corsi di formazione'”.

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