Violenze e irregolarità in un grande stabilimento di macellazione situato in provincia di Pavia. 5 imputati a processo

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AgenPress. Sono eclatanti le violenze e le irregolarità documentate da Essere Animali all’interno di un grande stabilimento di macellazione situato in provincia di Pavia a danno di centinaia di mucche. Nei confronti dei responsabili e dei lavoratori coinvolti l’associazione ha depositato denuncia per maltrattamento e uccisione di animali — un reato, quest’ultimo, riservato a chiunque provochi la morte di un animale per crudeltà o senza necessità.

L’associazione ha raccolto prove che mostrano lo scarico di almeno 144 mucche “a terra” provenienti da diversi allevamenti per la produzione di latte situati nel Nord Italia. Questi animali sono incapaci di reggersi sulle zampe a causa dei ritmi di produzione a cui sono stati soggetti durante l’allevamento, ma, secondo la legge, nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni e/o a sofferenze inutili.

I video mostrano animali trascinati a forza, tirati con un cavo d’acciaio legato alle zampe o a parti ancora più sensibili come corna o collo, spinti con una forca o ancora pungolati con scariche elettriche ripetute. In un caso una mucca con un’evidente malformazione alla zampa viene trascinata con una corda attaccata alle corna e un cavo legato al muso, un’operazione molto violenta e dolorosa, anche a causa delle ripetute cadute dell’animale che sbatte più volte il muso sulla rampa del camion.

Alcune mucche vengono spinte giù dalla rampa da operatori che non indossano materiale protettivo, abbandonate a terra agonizzanti per un lungo periodo di tempo e poi appese dalle zampe mentre sono ancora coscienti per essere iugulate e dissanguate. Oltre a provocare terribili e prolungate sofferenze, queste azioni possono comportare la diffusione di patogeni perché non rispettano i protocolli di biosicurezza. In aggiunta alle sofferenze fisiche quindi, i bovini patiscono un fortissimo stress emotivo, osservando i loro simili mentre vengono uccisi, udendo le loro urla e percependo l’odore del sangue.

In diverse occasioni questi animali vengono addirittura scaricati in totale autonomia dal trasportatore, senza l’ausilio del personale del macello. Tutto ciò, oltre ad essere pericoloso e difficoltoso per il trasportatore stesso, provoca stress, dolore e sofferenze evitabili agli animali. Anche le condizioni di lavoro degli operatori potrebbero non essere conformi alla legge in quanto, dai filmati, i lavoratori non sembrano indossare dispositivi di protezione individuale. Durante la movimentazione degli animali, vi sono operatori in ciabatte e sandali, mentre alcune iugulazioni vengono eseguite a mani nude senza alcun tipo di guanto protettivo, con il grave rischio di infortunio.

La denuncia di Essere Animali è stata depositata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, nei confronti dei responsabili dello stabilimento di macellazione e dei lavoratori coinvolti nelle violenze, per i presunti reati previsti e puniti dagli articoli 544 bis c.p. (“Uccisione di animali”) e 544 ter c.p. (“Maltrattamento di animali”). Il processo è iniziato a marzo del 2024.

La gravità dei fatti documentati da Essere Animali è confermata dal decreto di citazione a giudizio dei cinque imputati, a processo per “avere in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, cagionato per crudeltà o comunque senza necessità la morte nonché lesioni e sevizie ai bovini dell’impianto di macellazione”.

“Già in passato in questo stabilimento erano state documentate gravi condotte nei confronti degli animali, a seguito delle quali era scaturita anche un’indagine. Inoltre, questa investigazione si aggiunge alle già numerose inchieste che evidenziano problematiche sistemiche anche in altri macelli e allevamenti intensivi del nostro paese. Possiamo anche capire la difesa dell’industria e della politica nei confronti del Made in Italy, ma è urgente che i decisori affrontino la questione della riforma della zootecnia italiana e delle leggi di protezione degli animali, anche alla luce della promessa di un cambiamento del sistema normativo europeo che invece non c’è stato. Non esageriamo quando affermiamo che immagini come queste, che documentano violenze inferte agli animali da lavoratori impreparati, macellazioni inadeguate e trasporti crudeli, non costituiscono più il caso isolato, la mela marcia, ma sono proprio il risultato di leggi inesistenti o inefficienti”, afferma Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali.”

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