Torna il redditometro. L’analisi partirà dai redditi 2016 (dovrebbe riguardare quelli dal 2018 in poi). Visite, bollette, telefono, mutuo

AgenPress – Il redditometro, strumento usato per risalire al reddito presunto dei contribuenti-persone fisiche, era stato sospeso nel 2018 e il decreto che lo riattiva a partire dai redditi 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e firmato da vice ministro all’Economia, Maurizio Leo.

Medicinali, visite, bollette, spese del mutuo e per il telefono, fino a quelle per piante e fiori o per mantenere un cavallo: c’è di tutto tra le voci che l’amministrazione potrà utilizzare per verificare il reddito (presunto) dei contribuenti secondo il nuovo redditometro. I contribuenti potranno difendersi. L’analisi partirà dai redditi 2016 (dovrebbe riguardare quelli dal 2018 in poi) e terrà conto degli elementi già presenti nell’anagrafe tributaria. Oppure di un livello minimo di spesa.

Si imputano al contribuente anche le spese che risultano sostenute dai familiari fiscalmente a carico. Non si considerano invece i costi relativi “esclusivamente ed effettivamente” all’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, a condizione che ciò risulti debitamente comprovato.
I costi per investimenti si assumono al netto dei disinvestimenti effettuati nell’anno e nei quattro anni precedenti l’acquisto. L’acquisto di immobili si valorizza al netto del mutuo stipulato per l’acquisto.
Si ricorda che la normativa del redditometro prevede un doppio contraddittorio con il contribuente, prima, nella fase propriamente istruttoria, al fine di reperire le informazioni utili alla formazione dell’atto di accertamento, e dopo, sotto forma di avvio della procedura di accertamento con adesione.

Il decreto prevede l’avvio della nuova determinazione sintetica del reddito sulla base sia delle spese presuntivamente attribuibili al contribuente sulla base di una campionatura per nuclei familiari (11 tipologie) e per distribuzione sulle varie aree (5) del territorio nazionale, sia della quota di risparmio formatasi in ciascun anno, sia delle spese effettivamente sostenute, risultanti dall’Anagrafe tributaria, anche diverse da quelle tipizzate nella tabella allegata al decreto.

Si prendono  in considerazione le spese per il mutuo o per pagare l’affitto, l’eventuale canone per il leasing immobiliare e le relative spese per pagare acqua e condominio e anche le spese per la manutenzione o per eventuali agenti immobiliari. Quasi tutti gli investimenti sono presi in esame: dalle azioni ai francobolli. Chiaramente anche l’oro.

Ci sono poi le spese per combustibili ed energia. L’amministrazione potrà prendere in esame anche se si è in possesso o meno di un riscaldamento centralizzato. Ma anche la lavatrice nuova potrebbe rientrare: saranno infatti verificate anche le spese per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa. Non sfuggono neanche i collaboratori domestici e altri beni e servizi per la casa (biancheria, detersivi, pentole). Poi le spese per la sanità a partire da medicinali e visite mediche.

Si prenderanno in considerazione le spese per assicurazione per la responsabilità civile, incendio e furto per auto, moto, caravan, camper, minicar e anche il pagamento del bollo. Lo stesso sarà per aerei e natanti insieme ai costi di manutenzione (pezzi di ricambio, ad esempio). Rientrano anche le spese per tram, autobus, taxi e altri trasporti.

Anche un nuovo cellulare e le relative bollette potranno essere all’esame insieme alle spese per l’istruzione. In questo caso si terrà conto di quelle per libri scolastici, tasse scolastiche, rette e simili per: asili nido, scuola per l’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria, corsi di lingue straniere, corsi universitari, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami, scuole di specializzazione, master,  soggiorni di studio all’estero o gli affitti degli universitari.

Si verificheranno le spese per giochi e giocattoli, radio, televisione, hi-fi, computer, libri non scolastici, giornali e riviste, dischi, cancelleria, abbonamenti radio, televisione ed internet, lotto e lotterie, piante e fiori, riparazioni radio, televisore, computer. Non sfuggono abbonamenti pay-tv, attività sportive e cavalli mantenuti. Si guarda anche alle spese veterinarie per gli animali domestici. E ancora gli assegni al coniuge, la bigiotteria, il barbiere, il parrucchiere.

 

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