Remind, Governo, Parlamento, Enti locali: insieme per il Piano Nazionale Sicurezza e Sostenibilità (PNSS)

AgenPress. Si è svolto il 22 aprile 2024, a Palazzo Ferrajoli, l’iniziativa “Build in Italy – l’Italia che Abiteremo by Remind”, incontro volto ad esplorare il futuro dell’Italia attraverso l’esperienza di esperti, decision-maker e leader del comparto immobiliare allargato ai settori produttivi della Nazione.

L’Italia si trova ad affrontare sfide importanti legate soprattutto alla sostenibilità ambientale e all’implementazione di nuove tecnologie all’interno del complesso processo di trasformazione degli stili di vita per il benessere e la sicurezza delle persone nei luoghi, spazi, territori e città in cui vivono, operano e transitano.

In risposta a queste sfide, come sostenuto da Remind, emerge sempre più l’importanza di promuovere la collaborazione tra pubblico e privato adottando un approccio integrato che consideri congiuntamente tre pilastri fondamentali dell’economia: l’immobiliare, le infrastrutture e i trasporti.

Maria Teresa Bellucci Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Tra le istituzioni che hanno contribuito ai lavori, Maria Teresa Bellucci Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha così dichiarato: “Ringrazio Remind e il suo Presidente Paolo Crisafi per avermi coinvolta in questa iniziativa sul tema della Rigenerazione Urbana di Comunità. Io ho una delega specifica alle politiche sociali e sono assolutamente consapevole di come e di quanto la rigenerazione urbana sia adesiva alla rigenerazione sociale. Non c’è rigenerazione sociale senza rigenerazione urbana. Non c’è rigenerazione urbana che non tenga dentro la cultura della rigenerazione sociale.  Io non vi dico e non vi dirò soltanto quello che faremo, ma voglio dirvi quello che abbiamo già fatto, perché un Governo che si misura con 18 mesi è un Governo che ha la responsabilità almeno di iniziare a dare un segnale concreto di quello che vuole essere un percorso che noi porteremo a termine per i prossimi tre anni e mezzo e, se il popolo italiano lo vorrà, anche per molto di più. Quindi in questa visione il nostro obiettivo è certamente quello di poter andare ad inserire negli atti che stiamo emanando la visione dell’importanza di questo binomio: rigenerazione sociale e urbana. Vi faccio un esempio: abbiamo approcciato la il disegno di legge delega al Governo in favore delle persone anziane. Abbiamo varato il decreto legislativo della prima riforma quadro in favore delle persone anziane. In Italia non c’era una legge di riferimento per questa popolazione, cioè la popolazione over 65.

Avevamo un ritardo di 25 anni rispetto ad altre nazioni come la Francia la Germania la Spagna. Non soltanto noi in 18 mesi abbiamo approvato, prima in 150 giorni una delega al Governo e, poi, in un anno, un decreto legislativo in favore delle persone anziane. Ma l’abbiamo fatto dando priorità in maniera significativa alla rigenerazione urbana. Voi sapete che l’Italia è la prima nazione in Europa per numero di anziani, la seconda nazione nel mondo dopo il Giappone. Sicuramente sapete che nella proiezione 2050 se oggi abbiamo in Italia il 24% di anziani nella popolazione, cioè 14 milioni di abitanti, nel 2050 quel 24% salirà al 35%. Noi siamo i luoghi che abitiamo.

C’è una frase famosa che dice noi siamo ciò che mangiamo. Non soltanto. Noi siamo i luoghi che abitiamo. Io oggi sono viceministro con delega alle Politiche sociali, e sono una psicologa ed una psicoterapeuta. Tengo molto alla mia identità professionale e vi dico che questa mia affermazione “siamo i luoghi che abitiamo” è un’affermazione convinta, profonda, con delle basi scientifiche fortissime. Quando studiavo mi affascinavano alcuni studi, quelli dei gemelli omozigoti, cioè persone che hanno un patrimonio genetico identico e che quindi si potrebbe pensare che la loro vita possa essere identica indipendentemente dal luogo in cui vivono. Ma gli studi dimostrano che quando questi gemelli omozigoti sono stati separati e per una serie di ragioni, non di laboratorio, ma di vita, e hanno vissuto in luoghi diversi, in contesti diversi, l’espressione di loro stessi è cambiata in maniera determinante. Hanno partecipato alla costruzione della loro vita e della comunità in cui insistevano in maniera totalmente diversa. Le loro risorse, le loro tipicità, i loro talenti si sono espressi o non espressi in funzione del luogo nel quale si sono trovati a vivere, a crescere e quindi a poter migliorare oppure peggiorare la loro esistenza. I luoghi sono fondamentali. Nella delega al Governo abbiamo inserito un’attenzione particolare per quanto riguarda la popolazione anziana e ci siamo occupati della rigenerazione urbana e anche della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, che voi conoscete benissimo. Oltre 300 miliardi di patrimonio pubblico non utilizzato, non valorizzato. Uno spreco drammatico per questa nazione. E come si fa a valorizzare il patrimonio pubblico o anche a dismettere nella sua valorizzazione? Mettendoci insieme, istituzioni, privato e privato sociale. Si può fare? Si, serve visione, serve volontà, serve determinazione, serve tempo. Parto dall’ultimo: questo Governo ha il tempo per poterlo fare. Cinque anni, un mandato forte, una volontà popolare che ci fa avere il coraggio e la determinazione. E guardate la legge in favore delle persone anziane lo dimostra. Avremmo la possibilità di emanare per la prima volta delle linee guida per poter far sì che questo accada, e che quindi questo patrimonio venga restituito a tutti gli attori che hanno la voglia, il coraggio e la volontà di animare e creare quei luoghi a misura di persone, cancellando i non luoghi, quelli a nomini, quelli che non ti dicono niente, quelli che attraversi e che non hanno memoria e identità.  Ho sentito prima che avete parlato di Caivano. Io pochi giorni fa sono stata a Scampia in un convegno che trattava la materia della disabilità. Beh, quando noi parliamo appunto di rigenerazione sociale, Scampia è un esempio di questo modo di approcciare la rigenerazione sociale e la rigenerazione urbana. Ma insieme agli anziani un’attenzione alle nuove generazioni. Quando parliamo di tutto questo parliamo di rigenerazione urbana. Abbiamo per la prima volta stanziato delle risorse imponenti, 250 milioni di euro per, poter aprire dei luoghi a misura di adolescenti, di preadolescenti, di minori, aprendo comunità giovanili, aprendo case per il bambino insieme ai servizi sociali e sanitari che possano essere vicine alle persone. Io non vi dico ciò che soltanto il Governo farà. Io vi dico un’altra cosa. Noi abbiamo bisogno di voi. Il Governo non basta da solo, il Governo non basta a se stesso. Il Governo ha bisogno di stabilire un’alleanza fattiva, perché soltanto così noi possiamo migliorare la qualità della vita delle persone e, in particolare, di quelle più fragili utilizzando ogni euro in maniera sapiente e moltiplicandone il valore.

Questo si può fare certamente con un’alleanza tra istituzioni, privato sociale e privato. In questo modo l’euro che noi andiamo ad investire viene triplicato. In questo troverete il Governo italiano a fianco di Remind, a fianco a tutti voi”.

Marco Perissa Vicepresidente Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle Città

Marco Perissa Vicepresidente Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle Città e delle loro Periferie: “Ringrazio Paolo Crisafi Presidente di Remind per avermi invitato a questa iniziativa. La Commissione di inchiesta si occupa di monitorare lo stato delle città con particolare riferimento alle aree periferiche. Questo dà un pochino la misura diciamo di come si intenda la questione dei processi di urbanizzazione passati e da programmare come una questione di Stato, non come una questione che può essere semplicemente delegata all’amministrazione locale o all’amministrazione regionale Già questo ci dà la misura. Ora, che cosa stiamo facendo e che cosa ho visto? Tutto è il contrario di tutto, soprattutto perché, quando ci spostiamo in missione istituzionale con la Commissione, andiamo principalmente in quei luoghi dove è più facile riscontrare delle forme di disagio, di difficoltà e di fragilità. Purtroppo, in questo caso, tutto il mondo è paese, quindi ti sposti da Genova a Bari passando per Roma e Napoli e le situazioni che trovi sono più o meno le stesse, nel bene o nel male. Ora questo però ci permette anche di dare un minimo comune denominatore alla condizione delle città e delle persone che vi abitano. Questa bellissima cartografia che avete deciso di scegliere per accompagnare il titolo ci dà la misura di come i processi di urbanizzazione all’interno dei sistemi Paese si sviluppino anche in base diciamo alla loro forma geografica, alla loro morfologia del territorio. Se provassimo ad ampliare un pochettino il nostro tipo di ragionamento scopriremmo che secondo dati dell’ONU circa il 54% della popolazione mondiale vive all’interno di aree urbane o urbanizzate.

A volte noi, da Romani, figli della Capitale e di un impero estesissimo, ci siamo portati dietro quell’elemento di provincialismo che poco si confà alla dimensione e alla vocazione internazionale e globale della città che abitiamo. Spesso pensiamo che la nostra sia una megalopoli, dimenticando per esempio che ci sono città e agglomerati urbani come Tokyo o Shanghai che fanno più di 40 milioni di abitanti contro i 4 dell’area metropolitana della città di Roma. Quindi 10 volte tanto. A Roma più ci si allontana dal centro più le condizioni di vita delle persone diventano difficili, ma non soltanto per i temi della criminalità o del disagio giovanile, ma per le infrastrutture, per la carenza di infrastrutturale, difficoltà di trasporto. Al contrario nelle megalopoli del mondo più ci si allontana dal centro più la qualità della vita, per assurdo, migliora. Quindi gli agglomerati urbani soprattutto densamente abitati a livello mondiale sono quelli che vedono le parti con le principali forme di disagio abitativo ed esistenziale. Tanto più ci si avvicina al centro. E qual è però l’elemento che accomuna questa differenza? La densità abitativa.  Maggiore è la densità abitativa, maggiore è il bisogno di un intervento globale di sistema per cercare di alzare lo standard dei servizi offerti nei confronti dei nostri cittadini e garantire quindi una qualità della vita che fa spesso il paio con l’elemento della serenità, ma anche della salute e del benessere, e viceversa della sicurezza. Ora io credo che noi dovremmo ristrutturare completamente il nostro modo di concepire l’abitare. Ci sono dei luoghi in Italia in cui purtroppo la forza pubblica è l’elemento cardine, l’elemento prodromico a sì che le istituzioni possano rientrare all’interno di determinati territori. Tor Bella Monaca, San Basilio, Caivano, ma tantissimi altri quartieri in giro per l’Italia non sono nelle condizioni di esercitare la loro funzione perché il sopravvento della criminalità organizzata ha impedito e impedisce tutt’oggi alle istituzioni di svolgere il loro lavoro. Non puoi non tornare ad operare in quei territori senza l’ausilio indispensabile delle forze dell’ordine che intervengono con forza repressiva dove è necessario nei confronti della criminalità organizzata grazie alle quali poi è possibile che le istituzioni ripristinino degli interventi strutturali e di contesto urbano. Ma se non intendiamo legiferare anche strumenti di correzione urbanistica, rigenerazione piuttosto che sostituzione urbanistica, come fondamentali elementi di programmazione urbanistica noi crediamo che Roma sia finita qui. Se noi immaginiamo Roma fra 50 anni, la immaginiamo che quegli elementi agresti che dividono l’area metropolitana dalla parte periferica del centro urbano andranno via via a riempirsi andando a costruire da qui a 50, 60, 70 anni un unico polo urbano dove l’elemento agricolo e bucolico per capirci lascerà sempre più spazio al processo di antropizzazione del territorio. Se noi immaginiamo che il moltiplicarsi della vita all’interno delle aree metropolitane e il progressivo spostamento dei residenti delle aree agricole verso le aree urbane allora dobbiamo immaginare nuovamente, attraverso l’utilizzo degli strumenti di sostituzione, rigenerazione e programmazione urbanistica, un nuovo modo di intendere la vita all’interno delle città in cui la politica riesca ad essere di nuovo protagonista nel rapporto malsano che negli anni si è verificato tra pubblico e privato.  Questo per andare a ricostruire un rapporto virtuoso dove la politica definisce nella rappresentanza dell’interesse legittimo del cittadino il presupposto di pubblica utilità e subordina la realizzazione del legittimo interesse del privato alla realizzazione dell’interesse comune. Chiarito questo presupposto, proviamo ad invertire il paradigma. Prima di concedere una concessione edilizia si garantisce il collaudo delle parti comune e poi si procede alla costruzione dei palazzi. Se la politica su questo si manifesta intransigente nel disegnare un nuovo modello di città definendo la priorità dei cittadini prima di quelli degli imprenditori, l’imprenditore e il lobbista hanno un solo modo per garantire il loro legittimo guadagno nell’impresa che mettono in campo: assecondare le istanze che le istituzioni rappresentano con determinazione e intransigenza.

Allora avremo zone non urbane in cui prima sorgeranno asili, scuole materne e centri di aggregazione giovanile, strade, punti di collegamento e servizi di trasporto pubblico e socio-sanitari. E successivamente i palazzi, dove andranno a vivere le persone che utilizzeranno quei servizi. Ci dimenticheremo una volta per tutte l’esistenza dei quartieri dormitorio e svilupperemo una politica urbanistica che riparta dal bisogno delle persone. Questo senza dimenticare che ci sono intere sacche delle nostre aree metropolitane che hanno bisogno di un importante intervento correttivo, non solo da un punto di vista di integrazione dei servizi, ma di rigenerazione e sostituzione urbanistica. Non si può vivere dentro un palazzo lungo un chilometro, dove non c’è un’identità del cittadino, dove non c’è una specificità delle persone che vi abitano, gestiti da aziende, in questo caso le ATER, che per definizione nascono in debito e che non hanno da sole la forza di generare manutenzione ordinaria e qualità della vita dei cittadini. Ripristinare anche la capacità di un cittadino di sentirsi parte di un processo urbano e valorizzare la sua identità è un aspetto che a mio avviso diventa fondamentale. È nelle mani di tutti, dobbiamo farlo tutti quanti insieme come ha detto da Paolo Crisafi mettendo al centro il benessere delle persone e la crescita della Nazione”.

Luciano Ciocchetti Vicepresidente Commissione Affari Sociali della Camera

Luciano Ciocchetti Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera: “Grazie di cuore, grazie a Paolo Crisafi, grazie a Remind, perché posso parlare di urbanistica legata alle attività sociali che sono oggetto della mia vicepresidenza di commissione alla Camera; alcune questioni sono strettamente legate, lo dicevano anche il Viceministro Maria Teresa Bellucci e il Vicepresidente di Commissione Marco Perissa: siamo il luogo dove viviamo, operiamo e transitiamo, dove si svolge la propria vita quotidiana. Importante che venga svolta un’azione di integrazione, attraverso anche la cultura dell’abitare, la manutenzione, la gestione, la riqualificazione, la rigenerazione, la dotazione di servizi. Abbiamo purtroppo delle sacche di emarginazione sociale che portano poi ad avere i fenomeni che oggi abbiamo non soltanto a Caivano, ma anche purtroppo in altre realtà urbane della nostra Nazione.

Abbiamo un problema di integrazione; purtroppo abbiamo una legge urbanistica che è del 1942, la 1150, modificata nel 1967 con la Legge Ponte, la n.765 del 1967, con una serie di novelle che sono state fatte successivamente, ma che non hanno mai ridefinito una realtà che è totalmente cambiata. La società del 1942 e la società del 1967 sono società che oggi non esistono più, non si è più definito un percorso corretto del rapporto tra pubblico e privato, il pubblico che deve indirizzare, definire le visioni e lo sviluppo di una città, e il privato che deve avere le ambizioni di fare impresa, ma all’interno di un contesto in cui ci sia appunto un equilibrio di risposta dal punto di vista dei servizi, della qualità costruttiva, dell’integrazione sociale. Poi abbiamo una legge edilizia del 2021, abbastanza nuova in confronto agli altri, ma che si innesta però su una situazione di base, che è la base della legge urbanistica assolutamente superata e vecchia. In questo, chiaramente si sono inserite le regioni, che hanno legiferato loro e hanno creato un caos legislativo totale con meccanismi assolutamente inadeguati e comunque non definiti in un indirizzo generale nazionale, manca una legge nazionale sulla rigenerazione urbana, non c’è, ci sono solo alcuni esempi di leggi regionali sulla rigenerazione; quella del Lazio posso dirvi che è assolutamente un fallimento, se soltanto 57 comuni su 378 hanno aderito ad alcuni articoli della Legge n.7 del 2017 della Regione Lazio, che appunto, come ha ricordato il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio Antonello Aurigemma, fu fatta senza una vera programmazione ma per voler andare in qualche modo “contro” a noi che avevamo realizzato il piano-casa, che aveva certamente dei limiti, non è che era il Vangelo, anche perché chiaramente si lavorava in una situazione di crisi economica del settore edilizio drammatica. lo diceva prima il Vicepresidente Marco Perissa, più riqualificazione e rigenerazione dell’esistente, perché questa è la sfida che noi oggi abbiamo di fronte, abbiamo costruito tanto, ma noi oggi abbiamo bisogno di riqualificare il patrimonio edilizio-immobiliare e Paolo Crisafi è un esperto che può dare un importante contributo insieme a Remind e ai partner che sono al suo interno”.

Antonello Aurigemma Presidente del Consiglio Regionale del Lazio

Un focus sulla Regione Lazio è stato fornito da Antonello Aurigemma Presidente del Consiglio Regionale del Lazio che ha così dichiarato: “Questi appuntamenti sono importanti occasioni di confronto. Per quanto riguarda un ambito strategico come l’immobiliare, la politica deve confrontarsi con i tecnici di settore, le categorie, e deve ascoltare le reali istanze.

Queste sono opportunità utili anche al fine di adottare misure e decisioni che siano realmente vicine alle attuali necessità. Quando affrontiamo tali argomenti, per il futuro delle nostre città, in questo caso di Roma e del Lazio, dobbiamo analizzare e tenere in considerazioni vari aspetti e fattori, come le infrastrutture ma anche il polo industriale e universitario. E serve una azione di collegamento e coordinamento, affinché si raggiunga come obiettivo la qualità dell’abitare, nel senso quindi di pianificare le giuste opere e infrastrutture, e servizi adeguati alle richieste. Quando discutiamo di tematiche come urbanistica, edilizia, anche in un’ottica futura, dobbiamo tenere alta l’attenzione su alcuni dati: per esempio il calo demografico, come evidenziato anche da Bankitalia, secondo cui la popolazione potrebbe scendere di due milioni e mezzo, entro il 2040. Tali elementi meritano riflessioni e approfondimenti. Si può valutare, inoltre, la possibilità di utilizzare lo strumento del partenariato pubblico privato, per riqualificare e rivalutare il vasto patrimonio immobiliare pubblico, che ha bisogno di essere rinnovato. Dunque, in una logica di sviluppo e di crescita, serve naturalmente visione, continuità e collaborazione sinergica tra le istituzioni, poiché l’obiettivo deve essere comune, e riguarda l’interesse della collettività. Per questi motivi, ritengo che quello odierno sia solo il primo di una serie di incontri, perché penso sia strategico e di assoluta rilevanza il confronto e il coordinamento, tra chi lavora in questo settore e chi amministra: questo può essere un modo significativo, al fine di cercare di migliorare la qualità della vita delle persone e anche dei tanti turisti”.

Lamberto Giannini Prefetto di Roma

Lamberto Giannini Prefetto di Roma: “Partecipo volentieri a questo dibattito promosso da Remind sul benessere e la sicurezza delle persone. Quello che purtroppo affligge in particolare città come Roma, rispetto alla sensazione di insicurezza, è quello di non riuscire, nonostante tutti coloro designati ad occuparsene, a risolvere alcuni problemi che sono più di carattere sociale, piuttosto che di sicurezza. Noi ogni 10 giorni andiamo a fare delle attività di spostamento e di identificazione dei soggetti che, ad esempio, dormono alla stazione Termini, di tutti quei soggetti che si mettono a Piazza Vittorio e che sono meno di 200 persone. Questo può sembrare paradossale ma risultano meno di 200 persone che sono senza fissa dimora, spesso tanti con problemi psichiatrici, tanti stranieri di cui non si conosce la nazione e che non hanno dei riconoscimenti per essere espulsi. L’attività che viene fatta è un’attività costante, che cerchiamo di ripetere sempre, ma che non riesce a risolvere il problema. Anche perché poi, paradossalmente, queste persone sapete perché stanno a Termini o stanno sotto quei portici? Perché si sentono sicure. Perché spesso e volentieri, quando vanno in qualche rifugio al chiuso, si sentono meno protette nei confronti di altri soggetti e di persone che dormono in quello stesso luogo. Riflettere insieme su questo e poter dare delle risposte diventa molto importante. Per esempio adesso c’è in atto una grande opera di riqualificazione a Tor Bella Monaca. Come si sta agendo a Tor Bella Monaca? A Tor Bella Monaca ci sono molti problemi e soprattutto c’è un discorso di illegalità diffusa. Adesso ci sono dei fondi importanti del PNRR che possono essere utilizzati per riqualificare il cosiddetto Ferro di Cavallo. Siamo stati coinvolti perché le autorità e le imprese debbono essere sostenute dalle istituzioni in questo. Noi siamo andati e abbiamo trovato, nella parte dei garage sotto, tre auto bruciate che erano lì da tempo immemorabile. Non mi hanno saputo dire da quanto erano lì. Non è stato facile toglierle. Poi le uscite di sicurezza del palazzo erano state chiuse con delle cancellate incatenate. Noi le abbiamo tolte e abbiamo scoperto che erano dei magazzini di materiale rubato. Chiaramente questo progetto di riqualificazione prevede che le famiglie vengano spostate in luogo temporaneo e, al termine dei lavori, tornino a casa propria. È chiaro che tutti coloro che occupavano illegalmente non avevano nessun interesse ad andarsene via, perché non sarebbero mai ritornati. Anche lì ci sono stati una serie di sgombri forzosi e non del tutto indolori. La sfida è sicuramente portare avanti questo progetto e fare questa riqualificazione, ma con la visione integrata e di sistema portata avanti dal Presidente di Remind Paolo Crisafi quando parla di immobiliare allargato ai settori produttivi. Infatti, per rendere gli ambienti sicuri e sostenibili, se alla realizzazione di nuove abitazioni non si affiancano un sistema di illuminazione, lo sfalcio dell’erba, la raccolta dei rifiuti, il decoro e una presenza costante delle forze dell’ordine, con l’ausilio dove possibile della sicurezza privata, non andremo molto avanti. Ecco che io ringrazio Remind perché questi eventi che costantemente organizza; li vedo come una parte integrante della consapevolezza per arrivare a dei risultati. Adesso tante attività di costruzione, ed io ne sono testimone, ripongono una grande attenzione quando si crea un progetto. La sfida di adesso, io penso che sia quella di andare tutti insieme. Secondo me oltre a fare un’attività di Polizia, il posto deve essere pulito, l’erba deve essere sfalciata, non ci devono essere siringhe nei giardini, i cassonetti non devono essere pieni e non devono essere rotti. Le persone del posto non devono percepire solo un intervento repressivo dello Stato. Aggiungete anche, per quanto riguarda la sicurezza percepita, che l’Italia adesso è una Nazione più anziana rispetto a prima, e come è naturale chi è più anziano ha una percezione di insicurezza maggiore. A questo si aggiunge anche il web che dà notizia di tutto e in particolare di ciò che fa paura, perché fa più audience. Tutto questo insieme crea un problema. A questo non si può porre un rimedio. Possiamo migliorare la vita di famiglie e imprese attraverso le buone pratiche, attraverso il contatto tra le persone.

Non dobbiamo considerare il problema della sicurezza come un qualche cosa che sia solo delle istituzioni o delle forze di Polizia o delle forze di Prefettura. Pubblico e Privato insieme, tutti noi possiamo fare molto per rendere più sicura Roma Capitale e tutte le Città Italiane”

Giulio Gravina Cofondatore Gruppo Italpol e Presidente Sezione Remind Sicurezza Urbana e Sussidiaria

Giulio Gravina Cofondatore Gruppo Italpol e Presidente Sezione Remind Sicurezza Urbana e Sussidiaria: “Ritengo fondamentale la sinergia Pubblico e Privato e l’utilizzo delle nuove tecnologie per la sicurezza e la crescita dell’Italia. L’integrazione tra sistemi e servizi di sicurezza basati su personale preposto alla vigilanza e tecnologie di sicurezza “fisica” (sistemi di videosorveglianza dotati di strumenti di video analisi, di controllo degli accessi, di antintrusione etc) con prodotti e soluzioni di cyber security, fondamentali per l’analisi preventiva dei potenziali rischi, rappresenta oggi una formidabile opportunità di crescita ed evoluzione per gli Istituti di Vigilanza Provati, che possono agire proattivamente  ed affiancarsi, nel rispetto di normative vigenti e ruoli/responsabilità ben definiti, alle Forze dell’Ordine per garantire la sicurezza di cittadini ed imprese. Inoltre l’avvento dell’Intelligenza Artificiale permette di accelerare la capacità del personale di vigilanza di utilizzare sistemi complessi di “investigazione Cyber”, tenendo sempre in considerazione che l’etica alla base del suo operato concorre ad avere un risultato in linea con quello dei soggetti pubblici preposti alla pubblica sicurezza. Anche l’utilizzo di droni, opportunamente gestiti ed equipaggiati, può essere un formidabile ausilio per il personale di sala operativa in situazioni dove una vista dall’alto risulta determinante ai fini di una efficace azione di prevenzione. Grazie a queste sinergie pubblico-privato oggi è possibile garantire un ottimale livello di sicurezza sia nella vita di tutti i giorni sia a fronte di eventi straordinari quali manifestazioni sportive, religiose, istituzionali, migliorando anche la percezione di certi servizi da parte di cittadini e soggetti economici.

Pensiamo al prossimo Giubileo di Roma, che vedrà l’arrivo di decide di milioni di pellegrini con tutti le criticità che si possono facilmente immaginare non solo logistiche ma appunto anche e soprattutto sul fronte della sicurezza e della loro incolumità. La prevenzione in questo settore è un elemento fondamentale. In tutte le situazioni di potenziale rischio gli Istituti di Vigilanza potrebbero offrire nuovi servizi sfruttando non solo la loro presenza sul territorio, ma anche la loro capacità di raccogliere grandi quantità di dati grazie alle tecnologie installate e già operanti a tutti i livelli che, come già detto, possono essere analizzati da algoritmi di intelligenza artificiale per migliorare sempre di più la sicurezza di persone ed infrastrutture prevenendo reati e gestendo situazioni di potenziale pericolo. Dai furti in casa al borseggio, dai reati ambientali fino all’antiterrorismo una sinergia sempre più stretta con le autorità preposte alla pubblica sicurezza garantirebbe un ulteriore innalzamento del livello di sicurezza in tutti i settori, con le sale operative degli Istituti, interconnesse con quelle di Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale, che agirebbero come delle Sale Operative sussidiarie e “SOC” (Security Operation Center) di primo livello non solo per i privati ma anche a beneficio della collettività, integrando capacità “logiche” e “fisiche” avendo la possibilità di raccogliere informazioni sul campo e nell’ambito del “cyber space” correlandole in tempo reale con video/persone (ovviamente nel rispetto delle norme sulla privacy). La ricaduta avrebbe inoltre un impatto positivo sul grado di attrattività della nostra Nazione in ambito turistico (industria fondamentale per il PIL del paese) e verso potenziali nuovi investitori interessati ad impiegare le loro risorse in Italia.   In questo contesto e’ fondamentale l’azione che portiamo avanti come Remind condividendo con Istituzioni e Settori Produttivi idee e progetti per la sicurezza e il benessere delle persone nei luoghi dove vivono, operano e transitano; attività che potrebbe costituire un volano per rendere i servizi resi dagli Istituti di Vigilanza Privata accessibili alla gran parte dei cittadini e delle piccole e medie imprese.  Remind ha nello specifico la mission di promuovere il decoro dei territori e in generale la vivibilità della città. La sua sezione sicurezza ha proprio lo scopo di evidenziare il ruolo sussidiario degli Istituti di Vigilanza a quello delle forze dell’ordine operanti sul territorio. Infine, grazie a tecnologie sempre più sofisticate gli Istituti potrebbero fornire, tramite i grandi operatori attivi in settori come Energy&Utility e Telco, servizi aggiuntivi di sicurezza mirati agli utenti finali a prezzi accessibili per tutti, sfruttando magari la possibilità di inserire il canone direttamente in bolletta.

Antonello Aurigemma Presidente Consiglio Regionale del Lazio, Marco Rago Consigliere del Ministro degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale, Paolo Crisafi Presidente Remind, Renato Loiero Consigliere Economico del Presidente del Consiglio, Gabriele Scicolone Amministratore Delegato Artelia Italia

Ha concluso i lavori Paolo Crisafi Presidente di Remind e promotore di Build in Italy: “Le nostre città, i nostri paesaggi, le strade e i vicoli sono il risultato di quella complessa commistione di tradizione e innovazione, di bellezza e funzionalità, che sono l’essenza del “Made In Italy”. Una ‘fusione’ radicata nella passione e nell’abilità dei nostri imprenditori, manager, professionisti, artigiani e tecnici che lavorano instancabilmente per creare ambienti che rispecchino al meglio la nostra identità.  Riflettere sull’Italia che abiteremo ci aiuta a comprendere come affrontare le sfide che ci attendono dandoci la possibilità di prendere decisioni personali e collettive pragmatiche e realistiche sempre per promuovere la sicurezza delle Nazione garantendo, al contempo, la tutela dell’ambiente e il benessere delle persone. È fondamentale considerare che le azioni che intraprendiamo oggi avranno un impatto significativo sul futuro dell’Italia e sulle generazioni a venire; “siamo, infatti, i luoghi che abitiamo”. Collaboriamo con il Governo, il Parlamento e le altre Istituzioni, in particolare, nell’individuare e porre in essere le direttrici su cui bisogna lavorare riassunte nelle “tre S”: Senior Housing, Social Housing e lo Student Housing. Vogliamo essere parte della soluzione per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, alla cultura dell’abitare e all’efficientamento energetico adottando azioni concrete e durature per la sicurezza di famiglie e imprese. Il comparto immobiliare allargato è in continua evoluzione, e l’associazione è determinata ad essere parte attiva e integrativa di questo cambiamento in modo positivo. È quanto mai necessario inserire in una visione di sistema le tradizionali categorie settoriali, importanti per compattare i segmenti delle attività produttive, al fine di dare un nuovo impulso all’incontrovertibile esigenza dei tempi di congiungere il più vasto panorama di attori e la più estesa partecipazione delle professioni e dei soggetti pubblici e privati, favorendo così sinergie, reti, reciproci arricchimenti. Il nostro scopo è quello di costruire un presente e un futuro migliore, integrando il vasto bagaglio tecnico e esperienziale del passato con le nuove frontiere dell’innovazione all’interno di un tessuto sociale, economico e culturale in costante evoluzione. La nostra proposta sta proprio nell’alimentare la collaborazione tra pubblico e privato per migliorare e rendere organiche le attuali e future misure per la cultura dell’abitare, per l’attrattività degli investimenti, per lo sviluppo sostenibile e per la messa in sicurezza della Nazione; e ciò anche con un campo d’azione sulla prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze legate al territorio.

Un PNSS – Piano Nazionale per la Sicurezza e la Sostenibilità sia relativamente al patrimonio sia alle persone negli spazi, luoghi, territori e paesaggi dove vivono, operano e transitano. Continueremo a collaborare con le istituzioni per affrontare le sfide del presente e per cogliere le opportunità che ci attendono, con l’obiettivo che l’immobiliare allargato possa contribuire sempre di più alla crescita della nostra amata Italia”.

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