Goldberg-Polin, allora 23enne, fu rapito dal festival musicale Nova durante gli attacchi di Hamas contro Israele, quando morirono più di 1.200 persone e più di 200 furono prese in ostaggio.
I capelli di Goldberg-Polin sono tagliati corti nel video, che viene modificato con una serie di tagli dal campo lungo al primo piano.
Critica il governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu, come hanno fatto altri ostaggi israeliani nei video di propaganda di Hamas. Tenuto prigioniero a Gaza per sei mesi, quasi certamente parla sotto costrizione.
“Devi vergognarti, perché ci hai abbandonati come migliaia di cittadini, perché ci hai lasciati per 200 giorni mentre tutti gli sforzi dell’esercito sono falliti, perché le bombe delle forze aeree hanno ucciso circa 70 prigionieri come me. E per aver rifiutato tutti gli accordi che vi hanno offerto. Non volete che questo incubo finisca?”, chiede il ragazzo, secondo la trascrizione del video diffuso dal Forum delle famiglie degli ostaggi. Poi, ancora rivolto a Netanyahu e ai suoi ministri, prosegue: “Mentre siete a tavola con le vostre famiglie, pensate a noi prigionieri nell’inferno sottoterra, senza acqua, senza cibo, né sole né medicine di cui io ho tanto bisogno” e mostra il braccio amputato. Il giovane, rapito al Nova festival di Reim e che ha compiuto 24 anni in prigionia, chiede infine al premier e al governo: “Fate quello che dovete per riportarci a casa immediatamente”.
Esorta la sua famiglia a rimanere forte per lui e conclude dicendo che spera di essere riuscito a dare loro un po’ di conforto durante le vacanze.
Goldberg-Polin è tra i più riconoscibili dei 129 ostaggi rimasti a Gaza. A Gerusalemme vengono esposti striscioni e murales che dicono: “Riportate Hersh a casa”, e i suoi genitori Rachel e Jonathan incontrano regolarmente alti funzionari statunitensi a Washington per portare avanti il caso degli ostaggi.
Dei 129 ostaggi ancora detenuti a Gaza, il governo israeliano ritiene che 33 siano morti.
Il Forum sugli ostaggi e le famiglie scomparse ha affermato che “il video angosciante di Goldberg-Polin funge da appello urgente a intraprendere un’azione rapida e decisiva per risolvere questa orribile crisi umanitaria e garantire il ritorno sicuro dei nostri cari”.
“Il grido di Hersh è il grido collettivo di tutti gli ostaggi: il loro tempo sta rapidamente scadendo. Ogni giorno che passa, la paura di perdere sempre più vite innocenti diventa più forte”, ha affermato il gruppo in una nota.
“Tutti gli ostaggi devono essere riportati a casa: quelli vivi per iniziare il processo di riabilitazione e quelli uccisi per una sepoltura dignitosa”.