Dl Pnrr. Passa la fiducia alla Camera con 185 sì. Prevista la possibilità dei pro-vita nei consultori. E scoppia la polemica

AgenPress – La Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul decreto Pnrr. I voti a favore sono stati 185, quelli contrari 115, 4 gli astenuti.  Il decreto dovrà avere il via libera definitivo dalla Camera e poi passerà all’esame del Senato.

L’illustrazione degli ordini del giorno del decreto Pnrr in Aula alla Camera proseguirà oggi fino alle 24. È quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo che si è riunita a palazzo Montecitorio. I lavori d’Aula sul decreto riprenderanno domani con il parere del governo dalle 9.30 alle 10,15 e con le dichiarazioni di voto e le votazioni degli ordini del giorno fino alle 21. Il voto finale è atteso alle 17 di giovedì 18 aprile. Le commissioni non si riuniranno a partire da giovedì dopo il voto finale e fino a venerdì in vista delle elezioni in Basilicata. Il question time previsto alla Camera domani è fissato alle 15.

Il provvedimento con le ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, interviene sulla governance del Piano tenendo conto anche delle ultime intese sulla rimodulazione dei fondi e degli interventi concordate con Bruxelles. Vengono tra l’altro stanziati circa 15 miliardi per completare le opere previste entro il 2026, e per sostenere quelle definanziate dal Pnrr e sostenute con il Pnc o con altri fondi (tra queste l’operazione ’ospedali sicuri’).
Misure specifiche riguardano il rafforzamento della cabina di regia di Palazzo Chigi, anche attraverso l’attribuzione di poteri sostitutivi rispetto agli enti territoriali inadempienti. Spetterà poi a singoli commissari straordinari il compito di vigilare sul compimento delle missioni riguardanti gli alloggi universitari, la valorizzazione dei beni confiscali alla mafia e al superamento degli insediamenti abusivi nel quadro della lotta allo sfruttamento dei lavoratori agricoli.
Risulta peraltro consistente il pacchetto di emendamenti presentati da Governo e relatori, anche attraverso le riformulazioni di proposte di modifica avanzate maggioranza e opposizioni, accolti dalla commissione Bilancio. Novità che riguardano, tra le altre, sostanziali correzioni al sistema della patente a crediti, puntuali riferimento al rispetto di concorrenza e trasparenza nell’ingresso di Poste in PagoPa, il ritardo della diffusione della banda ultralarga e la sanità.
Con un ulteriore pacchetto di modifiche, relative alla sanità, si dà la possibilità di prorogare i contratti dei medici specializzandi, e si chiude la questione dei cosiddetti ’quartini’, gli studenti che lo scorso anno scolastico, frequentando il quarto anno superiore, hanno sostenuto, superandole, le prove di ammissione alla facoltà di Medicina. Una sentenza del Tar aveva invalidato le prove che tornano, invece, valide grazie al Dl Pnrr.

La presenza di volontari per la vita nei consultori femminili viene resa possibile da un emendamento al dl Pnrr.

Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, era passato in Commissione bilancio ed è stato duramente criticato dalle opposizioni: il coinvolgimento delle “associazioni pro-life” nei consultori “rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”, è “vergognoso”, puntano il dito M5s e Pd.

Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, potranno “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

I primi a sollevare il tema sono i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato: “Viviamo in un Paese in cui il diritto all’aborto, all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire – la denuncia.

Anche il Pd, con la segretaria Elly Schlein parla di “attacco pesante alla libertà delle donne” al quale “ci opporremo duramente”.

Mentre in Aula si votava, un sit-in è stato organizzato davanti alla Camera dal Partito Democratico. “Abbiamo presentato un ordine del giorno al decreto Pnrr che impegna il Governo ad assicurare la piena attuazione della legge 194 e il diritto delle donne ad avere accesso ad una interruzione volontaria di gravidanza”. Così la deputata democratica Sara Ferrari firmataria dell’ordine del giorno sottoscritto anche dalla capogruppo dem Chiara Braga.

“La norma approvata in fretta e furia – proseguono le democratiche – incide su una materia delicata come l’attuazione della legge 194 ed è stata inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni anti abortiste che possano incidere psicologicamente, in modo inaccettabile e violento, sulla volontà delle donne che si confrontano con la difficilissima scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza”.

“Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori, perché il nostro ambito di azione è la sensibilizzazione pubblica e l’influenza politica con campagne nazionali. Ciò non toglie l’urgenza di riportare i consultori al ruolo per cui furono pensati dalla Legge 194, cioè luoghi dove le donne possano essere aiutate a trovare alternative concrete all’aborto rimuovendo quelle situazioni di disagio socio-economico o di solitudine e abbandono che rendono l’autodeterminazione un vuoto slogan politico”,  afferma, in una nota, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.

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