La Scuola Normale di Pisa chiede lo stop all’accordo con Israele. Mur: sbagliato. Gli atenei non fanno la guerra

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AgenPress – La Scuola Normale di Pisa chiede di rivalutare il bando Maeci Italia-Israele. Nella mozione approvata dal Senato accademico martedì, al punto 5 si legge che la Normale “chiede al Maeci, alla luce dei principi sopra richiamati, di riconsiderare il “Bando Scientifico 2024” emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele.

La richiesta di riconsiderare il bando Maeci è stata fatta dagli studenti. La mozione è stata poi approvata a maggioranza dalle componenti del Senato accademico. Nel testo la Normale, “richiamando integralmente i contenuti della mozione approvata dal Senato Accademico il 28 novembre 2023, rinnova con forza, anche alla luce della risoluzione Onu del 25 marzo 2024, la richiesta di rilascio degli ostaggi e di un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza al fine di scongiurare l’ulteriore aggravarsi di una situazione umanitaria ormai disperata, che si configura ogni giorno di più come un’inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese”.

La Scuola Normale Superiore, richiamando integralmente i contenuti della mozione approvata dal Senato Accademico il 28 novembre 2023, rinnova con forza, anche alla luce della risoluzione ONU del 25 marzo 2024, la richiesta di rilascio degli ostaggi e di un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza al fine di scongiurare l’ulteriore aggravarsi di una situazione umanitaria ormai disperata, che si configura ogni giorno di più come un’inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese.

A seguito di quella mozione, e in linea con il suo impegno consolidato nella rete “Scholars At Risk”, la Scuola ha deciso, come prima concreta manifestazione di solidarietà e per favorire il dialogo in Medio Oriente, di bandire due assegni di ricerca su tematiche relative allo studio del contesto e del conflitto di Israele e Palestina, indirizzati particolarmente a studiose e studiosi palestinesi e israeliane/i a rischio di incolumità fisica o che vedono compromessa la propria libertà accademica.

Oggi, in circostanze di eccezionale e crescente gravità, la Scuola Normale Superiore ritiene di essere chiamata, insieme a tutta la comunità scientifica internazionale, non solo ad attestare concretamente la propria solidarietà, ma anche a riflettere criticamente ad ampio raggio sulle ramificazioni del proprio lavoro.

A tal fine la Scuola Normale: afferma la necessità di ispirare le attività di ricerca e di insegnamento al rispetto dell’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che prescrive il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

si impegna, in coerenza con il dettato costituzionale, a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza;

avvia le procedure per assicurare che tali principi abbiano piena espressione nei regolamenti della Scuola, integrandoli o modificandoli ove necessario; chiede al MAECI e al MUR di assicurare alla comunità scientifica che tutti i bandi e i progetti da essi promossi per favorire la cooperazione industriale, scientifica e tecnologica con altri stati rispettino rigorosamente i principi costituzionali, con particolare riferimento all’art. 11;

chiede al MAECI, alla luce dei principi sopra richiamati, di riconsiderare il “Bando Scientifico 2024” emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele.

La Scuola Normale Superiore, inoltre: si impegna a promuovere il confronto e il dialogo tra tutte le componenti della sua comunità sugli sviluppi della situazione in Palestina chiedendo al Direttore di convocare entro la fine di aprile un’assemblea generale dedicata al tema e di favorire altre iniziative;

conferisce al Direttore il mandato di farsi portavoce in ogni sede istituzionale, e in particolare presso il MUR, il MAECI e la CRUI, delle posizioni espresse nella presente mozione; dispone la pubblicazione del testo della mozione sul sito della Scuola nonché la sua diffusione attraverso gli altri canali mediatici della stessa.

Fonti del ministero dell’Università rispondono che il giudizio sulla decisione ricalca quanto già espresso in occasione di decisioni simili, come quella dell’ateneo di Torino. In quell’occasione, il ministro Anna Maria Bernini aveva giudicato la scelta “sbagliata, seppur assunta nell’ambito dell’autonomia delle università”. Il ministro ha definito ogni forma di esclusione o boicottaggio “estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei” e la diplomazia della scienza un potente ed efficace strumento per la fine dei conflitti e la ricerca della pace.

Le stesse fonti ricordano quanto dichiarato in una recente intervista: “le Università non possono schierarsi o entrare in guerra”, ha detto Bernini. Con questo, il ministro non vuole evidenziare un ruolo neutrale degli atenei, anzi ha più volte rimarcato come la diplomazia della scienza sia un potente ed efficace strumento per la fine dei conflitti e la ricerca della pace.

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