AgenPress. Tutti parlano sempre giustamente di messa in sicurezza del territorio, poi da lì a metterci sopra le risorse ce ne passa. Perché? Perché la spesa per la messa in sicurezza del territorio è una spesa poco redditizia sul piano del consenso. Se riesci a fare il lavoro per cui quelle risorse sono state destinate, cioè a evitare che ci siano delle tragedie, nessuno te lo riconoscerà banalmente perché le tragedie non sono esistite.
Io ogni tanto racconto questa storia che mi colpì molto quando la lessi, di questo sindaco di un Comune giapponese che si chiama Fudai, uno dei comuni che furono travolti dallo tsunami del 2011. Quando nel 2011 è arrivato questo tsunami che, come voi sapete, ha fatto oltre 20.000 morti, ha portato devastazione in tutti i territori sui quali si è abbattuto, dei comuni interessati ce n’è stato uno solo che si è salvato, che ha avuto solamente uno spavento, ma non ha avuto vittime, ed è questa città che si chiama Fudai.
Perché? Nel 1967 l’allora sindaco di Fudai, che era un signore visionario, decide di spendere l’equivalente oggi di 25 milioni di euro per elevare una barriera anti-tsunami alta 16 metri. È stato linciato dai suoi cittadini che dicevano che era un’opera inutile, che dicevano che si stavano gettando i soldi, che dicevano che era un’opera brutta. Poi, quando è arrivato lo tsunami e Fudai è rimasta illesa, l’allora sindaco è diventato un eroe della città, solo che intanto era morto.
Cioè a dire: è una scelta coraggiosa quella di mettere le risorse sulla messa in sicurezza, di spendere le risorse sulla messa in sicurezza del territorio, ma è anche una scelta che fanno i politici che hanno una coscienza, che si pongono il problema chiaramente di evitare che alcune cose accadano e, particolarmente, dicevo, in un territorio come questo è molto importante.