Giorgia Meloni parla di se stessa. “La cosa che amo di più dopo mia figlia è questa Nazione. Mi arrabbio quando le si manca di rispetto”

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AgenPress – “Posso soprattutto provare a dirvi chi sono. Quindi comincio io in questa specie di seduta psicanalitica che stasera facciamo insieme, raccontando chi penso di essere al di là del fatto che sono Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono Giorgia intanto buonasera. Poi qualcuno direbbe “sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”.. ma questa è tutta roba che a Roma si dice abbiamo già “messo al pizzo” cioè che già sappiamo. A parte questo, sono giornalista come voi – e questo non so quanti lo sanno –  ma sono soprattutto una persona che ha speso due terzi della sua esistenza nell’impegno politico”.

Così Giorgia Meloni durante l’incontro con i corrispondenti della Stampa Estera.

“Ancora adesso, dopo trent’anni di impegno politico, considero la politica la più straordinaria forma di impegno civile che esista. Non avrei tuttavia mai immaginato di arrivare dove sono e forse ci sono arrivata esattamente per questo: non amo starci e potrei rimanerci più degli altri esattamente per questa ragione. Uno dei miei collaboratori di lungo corso dice che il mio slogan è “moriremo tutti”. È corretto, io non sono una persona ottimista, guardo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Però, siccome sono in grado di immaginare sempre lo scenario peggiore possibile – e di solito la sorte è molto più magnanima di me – poi sono anche in grado di affrontare tutti gli altri scenari, perché mi ero predisposta a quello peggiore. Nessuno dei miei sogni nel cassetto si è realizzato. Io avrei voluto fare la cantante, ma sono stonata. Avrei voluto giocare nella Nazionale di pallavolo, ma sono nana. Avrei voluto conoscere Michael Jackson, ma è morto troppo presto. Tra questi sogni non c’era quello di fare il Presidente del Consiglio dei Ministri, perché sono per questo una persona troppo lucida. Però Michael Jackson mi ha insegnato l’inglese perché non tutti sanno che io ho imparato l’inglese soprattutto perché ero un’appassionata di musica e volevo capire che cosa dicessero questi testi. Questo mi ha molto aiutato, mi ha aiutato soprattutto nella politica estera. Penso che anche lì la capacità di conoscere davvero chi hai di fronte possa aprire molte opportunità, molti spazi. Tutti i leader nel mondo sono solo persone che cercano di fare del meglio per la propria Nazione.

Se riesci a capire bene chi hai di fronte, se riesci a creare un’empatia – e in questo la lingua chiaramente ti aiuta – si possono costruire rapporti molto più solidi di quelli che si possono costruire quando sono filtrati. Dopodiché sono una persona che, come si sa, non ha paura di dire quello che pensa. Delle volte avrei voluto essere diversa, ma non ho paura di dire quello che penso. Non ho paura di assumermi la responsabilità, di pagarne il prezzo.
Sono leale. Per me è una questione di principio mantenere un impegno se prendo quell’impegno: ho molti dei sette vizi capitali, quasi tutti, ma non ho quello più subdolo di tutti e quello in assoluto più devastante per i politici che è la vanità, che secondo me è quello che fa molti più danni in questo campo. A dispetto della mia faccia che più o meno è sempre questa non sono sempre arrabbiata, è una faccia che mi viene naturale quando sono concentrata. Una volta per dimostrarlo a Ignazio La Russa, gli ho mostrato una foto di classe della terza elementare in cui io avevo esattamente questa faccia e non vi dirò come tenevo le mani perché il mio ruolo me lo impedisce.
Per cui a dispetto di questa faccia sempre corrucciata, in realtà sono una persona che ama ridere, che ama ridere soprattutto e anche di se stessa. Mi considero una persona per bene, una persona buona.
Ma so che non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo e quindi non bisogna neanche sottovalutarmi. Le cose che mi fanno arrabbiare in assoluto di più sono la slealtà, l’umiliazione e perdere a burraco, cosa che di recente mi sta capitando anche abbastanza spesso. Quindi quest’anno non è partito benissimo complessivamente.

La cosa che amo di più dopo mia figlia è questa Nazione e quindi chiaramente mi fa arrabbiare che le si manchi di rispetto. E qui consentitemi di dire un paio di cose un po’ più serie ma davvero non vi tedierò. Questa serata non merita pesantezza, nonostante la mia giornata sia stata un po’ così.
Credo che questo aiuti a capire anche molto della politica che stiamo cercando di portare avanti. Io ho sofferto, da patriota, un’Italia sempre guardata un po’ dall’alto in basso, un’Italia a volte considerata poco seria e inaffidabile. Quando sono diventata Presidente del Consiglio mi sono data come primo obiettivo quello di restituire a questa Nazione la sua credibilità, di fare del mio meglio perché questa Nazione potesse essere considerata credibile, affidabile, perché si potesse ribaltare un racconto che a volte era stato anche strumentale: l’Italia “spaghetti e mandolino”, l’Italia della quale non ti puoi fidare. È un po’ questa la linea che governa la politica che io sto cercando di portare avanti: riguarda il tema della politica estera che voi seguite, le posizioni – per quello che mi riguarda – si prendono e si mantengono sulla base di quello che è giusto e non sulla base del mutare degli umori. Vale per l’Ucraina, vale per il Medio Oriente. Banalmente perché questo è quello che distingue i leader dai follower”.

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