Ucraina: bambini e giovani fra i 14 e i 34 anni rivela di aver bisogno di sostegno emotivo o psicosociale

AgenPress. “L’UNICEF stima che, negli ultimi due anni di guerra, i bambini delle città in zone dell’Ucraina in prima linea nei combattimenti siano stati costretti a trascorrere tra le 3.000 e le 5.000 ore – ovvero da quattro a sette mesi – rifugiandosi sottoterra. Provate a immaginare di passare 200 giorni negli ultimi due anni confinati in uno scantinato, in un bunker o in un buco nel terreno. Questa è stata la realtà per molti bambini in zone in prima linea in Ucraina.

La ricerca di sicurezza dai missili e dai droni ha un costo elevato per questi bambini. Dalle decine di conversazioni che ho avuto con le famiglie e gli psicologi infantili sui fronti intorno a Kharkiv, questa situazione è diventata assolutamente devastante per la salute mentale. Le cicatrici psicologiche per i bambini sono profonde. E si aggravano di giorno in giorno.

Secondo i dati dell’indagine, la metà dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni ha problemi a dormire e uno su cinque ha pensieri intrusivi e flashback, manifestazioni tipiche del disturbo da stress post-traumatico. Tre quarti dei bambini e dei giovani di età compresa tra i 14 e i 34 anni hanno recentemente dichiarato di aver bisogno di sostegno emotivo o psicologico.

I continui bombardamenti e l’aumento dell’uso dei droni, la consapevolezza che i bambini continuano a essere uccisi, ostacolano la capacità dei bambini di superare la profonda angoscia e il trauma inflitti da questa guerra.

I genitori di tutta l’Ucraina riferiscono che i loro figli stanno provando paura eccessiva, ansia, fobie e tristezza, disinteresse per la scuola e disturbi del sonno. In un momento in cui le cure dei genitori sono più necessarie, la metà dei genitori intervistati dichiara di avere difficoltà a sostenere i propri figli. In effetti, come mi ha fatto notare una psicologa infantile di Kharkiv, le cure dei genitori sono essenziali per gestire l’immenso stress tossico che i bambini subiscono a causa della prolungata esposizione ai conflitti e al caos. Ma come, se i genitori stessi stanno vivendo gli stessi eventi?

Nonostante l’istruzione sia una fonte fondamentale di speranza e stabilità, è cronicamente interrotta e fuori portata per una parte sostanziale dei bambini ucraini. Negli ultimi quattro anni, due anni di COVID-19 e due anni di guerra su larga scala, i bambini delle zone in prima linea sono stati in una scuola per una sola settimana. Nella regione di Kharkiv, due scuole su 700 offrono lezioni in presenza.

Quasi tutte le persone con cui ho parlato hanno espresso profonda preoccupazione per la scarsa socializzazione dei loro figli.

Ma c’è una risposta:

·         L’UNICEF ha infermieri in prima linea che vanno di porta in porta per dare alle madri, ai loro bambini e neonati sostegno e cure in quei primi momenti critici.

·         L’UNICEF ha team di operatori in prima linea che consegnano indumenti caldi, medicinali e altre forniture salvavita.

·         L’UNICEF ha una rete di psicologi che sostengono i bambini e i loro genitori, aiutandoli a superare l’angoscia e il trauma e a trovare un po’ di sollievo e di gioia.

·         L’UNICEF sostiene la ricostruzione di infrastrutture cruciali, tra cui scuole e sistemi idrici, migliaia dei quali sono stati danneggiati o distrutti durante gli attacchi.

·         E dato che un terzo dell’Ucraina è disseminato di mine, l’UNICEF sta fornendo una formazione salvavita sui rischi legati alle mine per aiutare i bambini a proteggersi.

La natura distruttiva di questa guerra si manifesta non solo sul campo di battaglia, ma anche nella vita delle famiglie; ogni giorno si consuma un po’ più di forza, speranza ed energia. Tendiamo ad ammirare la resilienza dell’Ucraina e dei suoi bambini, ma tendiamo a dimenticare quanto questa resilienza costi loro”.

Dichiarazioni del Portavoce dell’UNICEF James Elder, in missione in Ucraina, durante il media briefing (di ieri) al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.

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