Massimo Ponzellini (Presidente Centro Studi G. Bono) a Italian Investment Council: “Insegnare l’orgoglio di essere Italiani”

AgenPress. All’Italian Investment Council Remind, Massimo Ponzellini, Presidente del Centro Studi Giuseppe Bono, è intervenuto sulla situazione attuale e sul futuro degli investimenti in Italia.

Il discorso di Massimo Ponzellini è iniziato con un’analogia alla fiaba di Charles Perrault, con scopo di evidenziare le contraddizioni nel discorso sull’Italia come paese di eccellenza.
“Charles Perrault nella sua favola ‘Il gatto con gli stivali’, fa un esercizio simile a quello che stiamo facendo oggi noi, cioè quando passa il principe a vedere le terre dove il gatto è supposto essere uno degli artefici dei protagonisti, dice solo cose belle e quindi fa bella figura, dicendo che tutto questo è merito del marchese delle carabattole. Chi è il nostro marchese delle carabattole? Questa è la domanda che mi faccio, perché qui oggi abbiamo avuto l’idea di un paese che rimane il più bel paese del mondo, rimane il paese che rispetto al combinato disposto tra PIL, popolazione e territorio ha la maggiore risonanza mondiale, quindi è assolutamente un’eccellenza”.

Presidente Centro Studi G. Bono

l’Italia ha avuto i più grandi artefici, e io li conosco dal dopoguerra in avanti, ci metto la mia famiglia, io sono la terza generazione di Cavalieri del Lavoro. Questi artefici hanno solo avuto delle disgrazie dal fatto di operare l’Italia, solo delle disgrazie. Uno dei più grandi scienziati del mondo era il professor Felice Ippolito. Il professor Felice Ippolito ha portato l’Italia con un investimento sostanzialmente modesto, a essere il primo paese nucleare dopo gli Stati Uniti per produzione e per cose. L’Italia aveva dato Fermi, che aveva dato Rasetti, che aveva dato Pontecorvo, che ha dato i più grandi fisici del mondo. Siccome aveva usato una Campagnola dei Carabinieri a Cortina per venire a una riunione dove era stato chiamato dal Governo, gli fecero un processo, fu condannato e andò negli Stati Uniti. Il nostro efficacissimo direttore delle Ferrovie ci ha parlato della bellezza dell’alta velocità, quando si fece l’alta velocità, l’alta velocità in Italia l’ha voluta e l’ha fatta una persona che si chiamava Lorenzo Necci, fu arrestato. I treni li fece un signore che si chiamava Franco Vezzoli di meccanica con saldo trasporti, fu mandato via. Quando si disse che si faceva l’alta velocità, Nordio mise a disposizione l’Alitalia per fare immediatamente, fece l’Aligame, la società Alitourist, la società per il golf, la società per il turismo, la società per le connessioni con le Ferrovie, fu destituito. Questi sono i problemi del Paese, e fu destituito perché? Perché non andava bene a chi? Ai sindacati, non lo so, alla Fiat, può darsi, a certi rami delle Ferrovie, può darsi, agli imprenditori privati che costruivano i vari Fiore, Regazzoli, Marchio Orello che costruivano i vagoni che non avrebbero potuto mai avere le tecnologie quindi non è colpa della politica, dei pubblici, è colpa di un sistema che fa fatica a riconoscere energie alternative, vie carburanti, ci riempiamo la bocca. Raul Gardini fu costretto a spararsi nel suo appartamento, perché gli aveva fatto saltare il gruppo, ed era il prezzo per non coinvolgere la famiglia, perché aveva voluto questo settore. Questo è la grandezza, ma anche il mistero, il fascino, i rischi di un Paese, non parliamo delle famiglie degli armatori quelli che hanno successo, compreso le famiglie presenti, perché quando si lanciò il progetto delle autostrade del mare, oggi se ne parla ancora, io ero Direttore delle Finanze degli studi deliri io fui mandato via dalla Fiat, perché non volevano le autostrade del mare, volevano le autostrade normali con i loro camion, le loro automobili, le gomme della Pirelli, le benzine dell’Eni, non volevano quelle cose”, una serie di illustri personaggi che hanno avuto idee innovative e visionarie per il progresso del paese, ma che sono stati spesso ostacolati.

Manfredi Lefebvre, Silvia Lefebvre, Massimo Ponzellini, Paolo Crisafi

Infine, ha sottolineato l’importanza della scuola nel formare una nuova generazione di cittadini consapevoli e imprenditori ambiziosi. “Quella che manca è la scuola, perché quello che manca è che i ragazzi non nascono con questa ambizione, chi ha avuto la fortuna di Manfredi, mia e di mio papà che diceva di tanti di voi, che vi spiegavano perché doveva amare il suo paese, perché doveva lavorare, perché doveva andare avanti, avevano possibilità, ma gli altri che andavano alle scuole, scuole dove i professori sono più burocrati degli insegnanti per la maggior parte, non apprendono questo spirito, non apprendono queste cose, e quindi quando vedono il loro sogno e non più di andare in banca, ma di andare in banca ha la compliance, va bene? Per cui è la scuola che perde la capacità di insegnare l’orgoglio di essere italiani, l’amore per il paese, il coraggio di fare le cose”.

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