Giulio Regeni. A processo i quattro 007 egiziani accusati di tortura ed uccisione. Genitori, aspettavamo da 8 anni

AgenPress – E’ iniziato davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma, il processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso a Il Cairo, in Egitto, nel 2016. Sono presenti in aula i genitori di Giulio, ma non ci sono invece gli imputati per via della mancata collaborazione dell’Egitto di Al Sisi: non sono stati notificati loro gli atti che li avvisavano dell’udienza. Circostanza questa che aveva messo il processo su un binario morto, prima dell’intervento della Corte costituzionale che invece ha stabilito che si può procedere.

Gli imputati sono quattro agenti della National Security: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. I quattro sono imputati per il reato di sequestro di persona pluriaggravato. Al solo Magdi Ibrahim Abdelal Sharif è contestato anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato.

“Erano otto anni che aspettavamo questo momento. Finalmente speriamo che il processo possa partire. Sono state sollevate le questioni preliminari che erano già stata rigettate in tutte le altre aule di giustizia: speriamo, dopo la decisione della Consulta che rafforza molto la nostra posizione, di potere avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio”, dice  l’avvocato Alessandra Ballerini, legale assieme al collega Giacomo Satta dei genitori di Giulio Regeni, al termine della prima udienza del processo a carico di 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio. Nel corso processo sono state avanzate dai difensori una serie eccezioni per chiedere la nullità del decreto che dispone il giudizio cui i giudici scioglieranno la riserva il prossimo 18 marzo.

 

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