AgenPress. Gli agricoltori sono scesi in campo rumorosamente con i loro trattori.
Ma il rumore più potente non è quello dei motori ma il risalto della crisi del comparto agricolo.
Vi sono responsabilità diffuse, dei governi, delle associazioni di categorie distratte rispetto gli interessi dei loro rappresentati. Gli incentivi e le sovvenzioni hanno calmierato temporaneamente le difficoltà, ma non evitato l’esplosione della crisi.
Le disquisizioni sociologiche sulla scomparsa del mondo contadino e il richiamo alla rivoluzione industriale non c’entrano con le questioni poste dagli agricoltori.
A metà del secolo scorso il mondo contadino usciva da una condizione di marginalità per imboccare la strada dell’impresa agricola.
La lotta della Coldiretti guidata da Paolo Bonomi è una storia di conquiste civili e di sviluppo economico. La società rurale si trasformava e si cimentava per assicurare all’agricoltura un ruolo importante.
Nel dopo guerra vi furono le lotte per l’occupazione delle terre incolte di “feudi resistenti” e la riforma agraria del governo, a guida democristiana, superava il latifondo e creava funzionali unità produttive. Nasceva quindi una realtà di piccoli e medi produttori: giacimento umano di immenso valore.
La rete di piccoli proprietari terrieri divenne l’ossatura di un Paese che approdava alla democrazia e si immetteva nel processi di sviluppo. Era ed è un modello valido in tutta l’Europa.
Errori ci sono Stati quando l’Europa privilegiava per l’Agricoltura i sussidi, gli incentivi, le integrazioni del grano, dell’olio per i Paesi mediterranei e gli allevamenti per i Paesi continentali che sarebbero dovuti essere temporanei e invece hanno disperso risorse, bloccando spinte produttive.
Nel tempo ai piccoli proprietari terrieri si sono sostituiti le grandi concentrazioni industriali con produttività ad ampio spettro raggiunte con ritrovati chimici sempre più sofisticati.
La qualità produttiva perde e le nostre contrade si svuotano. Si pensa di risolvere il tutto con il reintrodurre l’esenzione dell’Irpef eliminato. Bene. Ma così non si risolve nulla. Non è un problema di “facilitazioni “ ma di fare una scelta di campo in cui gli agricoltori non vengano compressi dai poteri forti.
E’ necessario ritornare alla politica dove la partecipazione e la energia che è quella umana non vengano sacrificati! È’ necessario ripristinare l’economia reale, senza farsi condizionare dagli algoritmi dell’economia finanziaria, che finora hanno creato crisi devastanti in ogni settore (crisi dei subprime, crisi per l’approvvigionamento del gas con lo strumento del TTF, e tante altre) L’appello letto al Festival di Sanremo un …diversivo, solo un diversivo di chi prende tempo per pensare e capire!
Mario Tassone