“I tagli alle misure anti siccità suonano ancora più paradossali nel giorno della notizia secondo cui il riscaldamento globale, per la prima volta, a livello mondiale, ha superato il limite di 1,5 gradi centigradi nel corso dell’intero anno, ovvero la soglia chiave, individuata nel 2015 dagli Accordi di Parigi sul Clima, per contenere la crisi climatica, e gennaio 2024 è stato il mese più caldo a livello globale mai registrato. – spiega Mattia.
“Un allarme confermato da Coldiretti, secondo cui nel Lazio i danni derivanti dai cambiamenti climatici ammontano a circa 300 milioni per il 2023, con un calo dei raccolti del 60% per olivicoltura e vino, con punte per quest’ultimo del 90% e addirittura 100% in alcune zone a causa della peronospora, e una riduzione del 40% per la produzione di miele”.
“Secondo l’Osservatorio sulle Risorse idriche dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), nel Lazio le piogge di inizio d’anno sono state minime: a Roma, dal primo di gennaio ad oggi, sono caduti solo 21 millimetri mentre, negli scorsi 18 anni, la media del mese si aggirava su 76 mm: attualmente, quindi, il deficit è di oltre il 72% e la temperatura media è stata superiore di 2 gradi e mezzo al consueto. Il fiume Tevere, nonostante un aumento nel tratto romano, registra una portata pressoché dimezzata rispetto alla media del periodo; calano anche l’Aniene e, seppur di poco, il Velino nel Reatino ed il Liri in Ciociaria, mentre resta stabile la Fiora nella Tuscia”.
“La Giunta Rocca intervenga, in vista del nuovo caldo record, con tutti gli attori della filiera produttiva e per la gestione sostenibile dei servizi ecosistemici per prevenire una nuova ecatombe per l’agricoltura, gli ecosistemi e i consumatori”, conclude Mattia.