Giorgio Locatelli (MasterChef): bollire gli astici vivi è crudele, andrebbe imposto l’uso dello storditore elettrico

AgenPress. Nella sua Locanda di Londra, insignita di una stella Michelin, lo chef Giorgio Locatelli utilizza sugli astici uno speciale storditore elettrico pensato appositamente per uccidere i crostacei in pochissimo tempo e con la minore sofferenza possibile. In un’intervista rilasciata all’associazione Animal Law Italia, il giudice di MasterChef spiega la storia alla base di questa scelta e dichiara che ogni altro sistema di preparazione di questi animali (come bollirli vivi) è crudele. Le soluzioni? Rendere obbligatorio lo stordimento elettrico, oppure macellare i crostacei decapodi prima di distribuirli ai ristoranti, come accade con tutti gli altri animali.

Dichiarazioni che rispecchiano il consenso scientifico sul fatto che astici, aragoste e granchi siano capaci di provare dolore. Per questo motivo, l’associazione Animal Law Italia attraverso la campagna “Dalla parte dei crostacei” sta chiedendo leggi dirette a proteggere queste creature, che vietino le numerose pratiche deleterie per il loro benessere, con l’obiettivo di ridurre al minimo la loro sofferenza. Ad esempio, uno studio del 2016 effettuato dall’Istituto Alfred Wegener per la ricerca marina e polare in Germania ha mostrato che bollire astici vivi e coscienti può causare loro intenso dolore, evidenziato dal fatto che una marcata attività neuronale ha persistito per oltre due minuti dall’immersione in acqua bollente negli esemplari più grandi.

Nell’intervista diffusa oggi dall’associazione, lo chef racconta che la spinta a eliminare la sofferenza degli astici è arrivata dalla moglie Plaxy Exton, sua collaboratrice, la quale si è sempre mostrata particolarmente sensibile al trattamento riservato agli animali, ispirando l’eliminazione del foie gras dal menù e la scelta di carni di animali allevati all’aperto e macellati in loco, evitando loro la fase del trasporto. Un giorno ‘la Plaxy’ aveva sorpreso in cucina un cuoco un po’ troppo sbrigativo, che prendeva gli astici, li tagliava e staccava loro la testa. Ne era nato un litigio e la richiesta di eliminare l’astice dal menù.

Il caso ha voluto che in quel periodo un’azienda britannica stesse mettendo a punto in collaborazione con la Oxford Brookes University un macchinario per stordire in modo indolore i crostacei, che lo chef va a provare in Irlanda del Nord: «La cosa che mi ha colpito subito è che l’animale è come se fosse veramente addormentato, anestetizzato», ricorda lo chef, il quale ricorda di essere rimasto impressionato anche per un ulteriore particolare: «Sono rimasto veramente scioccato dalla qualità, la tenerezza e soprattutto sembrava che il sapore aggiungesse dolcezza». Locatelli sarà contattato qualche mese dopo dai ricercatori, i quali gli proporranno di sperimentare una versione meno ingombrante del macchinario. Lo chef si fa coinvolgere: «Il Crustastun è arrivato nella mia cucina tra il 2013 e il 2014. Al momento lo stiamo usando per gli astici e, quando arriverà il momento, per gli scampi». A detta di Locatelli, il macchinario è risultato molto affidabile e di semplice manutenzione: «Devo dire che non si è mai rotto. Il costo non è proibitivo, perché la macchina ha funzionato sempre bene».

Animal Law Italia ha domandato allo chef se esistono alternative valide all’elettrocuzione che possano garantire una morte il più veloce e indolore possibile ai crostacei decapodi e Locatelli è stato abbastanza sicuro nella risposta: «Io penso che il Crustastun sia il modo migliore di procedere, per me non c’è altro sistema. Dietro agli altri sistemi c’è della crudeltà». A proposito dell’utilizzo del macchinario come strumento base nelle cucine degli chef, aggiunge: «Io sono un perenne ottimista in queste cose, per cui penso che si potrebbero convincere gli chef a usarlo o probabilmente renderlo obbligatorio. — aggiungendo però che — La soluzione migliore sarebbe forse che chi li vende li dovrebbe già vendere storditi e uccisi».

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