AgenPress. Sono rientrato a Roma dopo due giorni intensi e, perché no?, divertenti trascorsi a Cagliari per allestire le liste della Dc.
Siamo a buon punto, e ringrazio dirigenti, candidati e militanti sottoposti a uno sforzo immane, accresciuto dal cambio di simbolo, avvenuto in corsa.
Debbo un chiarimento sul nuovo simbolo, con la balena bianca in bella mostra.
So bene che tutti preferivano lo scudo crociato, ma esso è dal 2004 il simbolo dell’Udc, con cui peraltro abbiamo un rapporto di collaborazione che spesso produce liste comuni. Che senso aveva mantenere due simboli simili?
Quanto all’aggiunta del mio nome, sono il primo a manifestare allergia per i partiti personali, ma tutte le liste contengono nel simbolo il nome del presidente del partito, e non aveva senso che rinunciassimo a questo fattore di identificazione sul mercato elettorale.
Siamo i soli a poter vantare un diritto giuridico all’uso del nome della Democrazia Cristiana, ma è innegabile che circolano sui social almeno quattro associazioni con la stessa denominazione. Alla fine la confusione danneggia solo noi, che siamo presenti nelle competizioni elettorali (se non è proprio questo lo scopo di questa proliferazione di Dc).
Ecco perché abbiamo issato la Balena Bianca sulle schede elettorali.
Vi faccio una confidenza: quando rifondammo la Dc, nel 2004, già avevamo pensato di assumere come simbolo una balena bianca, in omaggio alla iconica definizione che della Dc diede Giampaolo Pansa, e che piacque tanto ad Arnaldo Forlani.
Come è noto, l’idea di rifare la Dc fu condivisa da Silvio Berlusconi, che partecipò alla nostra impresa da par suo, e cioè tuffandosi in essa con tutte le energie, fino ad assumerne la presidenza d’onore.
Provammo una serie di simboli, il focus avveniva a palazzo Grazioli, c’eravamo io e il mio compianto portavoce Alfredo Tarullo, oltre a Berlusconi.
Ad Alfredo la Balena piaceva, già l’aveva adottata come simbolo del suo quotidiano di ispirazione democristiana. Berlusconi disse che l’idea colpiva la fantasia, ma presentava un limite: avremmo avuto difficoltà a candidare donne. Io chiesi perché, e il Presidente con molta serietà argomentò: “le signore- specie democristiane – magari hanno forme abbondanti, immaginate le ironie quando andranno in giro a dire di votare per la balena?”.
Desistemmo rapidamente, e la Dc rinacque nel segno di un gonfalone senza infamia e senza lode, vagamente evocativo dello scudo crociato.
Venti anni dopo non c’è più Berlusconi, e nemmeno il povero grande Alfredo. E nemmeno più signore in sovrappeso, nel tempo del salutismo. E allora, benvenuta Balena a segnare la rotta dei democristiani.
E’ quanto dichiara l’On. Gianfranco Rotondi presidente della “Democrazia Cristiana con Rotondi”.