AgenPress – “È tempo per noi di riconoscere la realtà e chiarire il nostro rapporto con il Sud. Credo che sia un errore che non dobbiamo più commettere trattare con persone che ci dichiarano ‘il principale nemico’ e cercano solo opportunità per il ‘crollo del nostro regime’ e ‘l’unificazione per assorbimento’ collaborando alla riconciliazione e l’unificazione”.
Lo ha detto Kim Jong Un, aggiungendo che se Washington e Seul dovessero tentare uno scontro militare con Pyongyang, il suo “deterrente per la guerra nucleare non esiterebbe a prendere misure serie”.
Kim ha affermato che le relazioni intercoreane sono diventate “una relazione tra due paesi ostili e due belligeranti in guerra”.
La Corea del Nord e quella del Sud sono separate l’una dall’altra dalla fine della guerra di Corea nel 1953, conclusasi con un armistizio. Le due parti sono ancora tecnicamente in guerra, ma entrambi i governi perseguono da tempo l’obiettivo di riunificarsi un giorno.
Le relazioni hanno avuto alti e bassi nel corso dei decenni, ma le tensioni sono rimaste particolarmente elevate negli anni più recenti, dopo che Kim Jong Un ha accelerato il programma di armi nucleari del paese nonostante le sanzioni internazionali.
La settimana scorsa, la KCNA ha riferito che Kim aveva incaricato l’esercito, l’industria delle munizioni, le armi nucleari e i settori della protezione civile del paese di accelerare i preparativi di guerra in risposta alle “mosse di confronto” da parte degli Stati Uniti.
Secondo la KCNA la situazione politica e militare nella penisola coreana è “grave”, raggiungendo un punto “estremo” a causa di Washington.
Secondo Hoo Chiew-Ping, membro senior dell’East Asian International Relations CAUCUS (EAIR) e membro dell’Asia Pacific Nuclear Advisory Panel (APNAP), Pyongyang è più propensa ad approfondire le relazioni invece con gli attuali alleati come “Cina e Russia, e una rete selezionata di paesi in tutto il mondo che continuerà a consentirne la proliferazione e l’estensione finanziaria”, ha aggiunto. “Per ora gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone sono esclusi dall’azione strategica di Kim”.