Mogol candidato al Premio Nobel per la letteratura

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AgenPress. La notizia è ormai ufficiale, dopo che a confermarla è stato ieri sera lo stesso artista, durante la presentazione del libro “Il potere dei morti” di Giulio Caporaso. Gran mattatore dell’evento, tenutosi nell’ambito della rassegna Più Libri più Liberi alla Nuvola di Roma,  Mogol ha infatti dichiarato rispondendo alla domanda della conduttrice, la giornalista Rita Pennarola: «E’ vero, mi hanno candidato al Nobel per la letteratura il Ministero della Cultura, la SIAE ed altre importanti realtà istituzionali».

Gremita la sala per ascoltare il poeta della musica italiana, l’autore dei versi che hanno fatto sognare intere generazioni, a cominciare da quelli de L’Arcobaleno, tema portante del libro di Caporaso e della serata, accennato al sax dalla compositrice Deborah Vico in un’atmosfera generale da “pelle d’oca”.

«L’autostima – ha detto Mogol parlando ad un pubblico emozionato e partecipe – è il più grande tesoro che potremo portare con noi quando lasceremo questa vita, un momento che non deve farci paura, se saremo stati capaci di utilizzare i doni che abbiamo ricevuto da Dio facendo del bene agli altri». Non a caso, è incentrato proprio sull’autostima anche l’aforisma che Mogol ha dedicato a Piera Vitali, altra presentatrice del libro di Caporaso e direttrice della Collana Sinergie per la casa editrice Minerva di Bologna, che ha pubblicato “Il potere dei morti” ed il suo “Paura ti butto via!”.

Le “incidenze di Dio” o, come le chiama Mogol, le “Dio-incidenze”, sono state poi evocate nel dialogo fra l’autore Giulio Caporaso e l’artista Dario Ballantini, intervenuto per portare un’altra, straordinaria testimonianza raccontata nel libro e legata proprio all’origine della canzone L’Arcobaleno, quel ponte fra i vivi e i morti, così da sempre interpretato dall’umanità.

Ed è stato proprio all’insegna del “Canto universale per la salvezza del mondo”, che Mogol e Giulio Caporaso hanno inteso portare al suo culmine la serata, un intento comune che entrambi cercheranno di realizzare: quel momento unico, sincronico, di preghiera universale ad ogni latitudine del pianeta, per uomini e donne di qualunque fede religiosa, affinché nel medesimo istante ciascuno possa pregare il suo Dio, in un mondo che appare sempre più lacerato dalle guerre.

Un sogno grandioso, proprio come quello dell’8 dicembre 2020 quando – ha spiegato alla fine Caporaso – mentre l’intero pianeta era sconvolto dalla pandemia, ha avuto la seconda visione onirica, in cui ad evocare questo canto universale di preghiera era stato proprio lui, “quel gran genio del mio amico”, l’immenso Lucio Battisti.

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