Cop 28 -Actionaid: “La nuova dichiarazione sull’agricoltura è un’occasione mancata”

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AgenPress. In risposta alla “Dichiarazione degli Emirati sull’agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e l’azione per il clima“, lanciata ieri dalla presidenza della COP28, Teresa Anderson, Responsabile globale per la giustizia climatica di ActionAid International afferma: “L’agricoltura industriale è la seconda fonte di emissioni globali di gas serra, soprattutto a causa della sua dipendenza dai fertilizzanti fossili e del suo ruolo nella deforestazione e negli allevamenti di bestiame. Allo stesso tempo, l’agricoltura è il settore più vulnerabile agli impatti climatici. Poiché le multinazionali hanno preso il controllo dei nostri bisogni umani più elementari, i sistemi alimentari del mondo sono diventati complici della loro stessa distruzione. Il lancio odierno della Dichiarazione degli Emirati da parte della presidenza della COP28 è un’occasione mancata. L’attenzione ai piccoli agricoltori e una maggiore integrazione tra le strategie per il clima e l’agricoltura sono da accogliere con favore. Tuttavia, la miscela di impegni generici della Dichiarazione non affronta le questioni che determinano l’ingiustizia, la vulnerabilità e il cambiamento climatico nei nostri sistemi alimentari. L’enfasi sulla cosiddetta “innovazione” e sul commercio internazionale rischia di far passare lo sfruttamento delle corporazioni multinazionali agroalimentari come la soluzione anziché il problema“.

ActionAid è presente alla COP28 e ha definito cinque parametri di riferimento per la giustizia climatica, necessari per affrontare il problema delle perdite e dei danni subiti dalle comunità più esposte e il tema della giustizia climatica.

I cinque parametri di giustizia climatica di ActionAid per il successo della COP28:

  1. I leader devono concordare e stanziare fondi per il nuovo Fondo per le perdite e i danni (Loss and Damage), in modo che le comunità in prima linea nella crisi climatica possano ricostruire e riprendersi dopo i disastri climatici. Le donne, le ragazze, le comunità emarginate e le persone che vivono in povertà sono quelle maggiormente colpite dalle perdite e dai danni causati dai cambiamenti climatici. Senza un adeguato sostegno finanziario internazionale, i Paesi devastati dagli impatti dei cambiamenti climatici rischiano di indebitarsi ulteriormente. Ecco perché il Fondo per le perdite e i danni deve fornire sostegno a questi Paesi.
  2. I combustibili fossili sono la causa principale della crisi climatica che il mondo sta affrontando. Eppure, un rapporto delle Nazioni Unite mostra che i petrostati del mondo sono in procinto di aumentare la produzione. La COP28 deve decidere di eliminare gradualmente i combustibili fossili in modo equo, pienamente finanziato e tale da consentire una giusta transizione.
  3. Le finanze del mondo stanno andando nella direzione sbagliata ed è necessario un cambiamento per smettere di fare danni e costruire un futuro più sostenibile. Il rapporto di ActionAid “How the Finance Flows” (settembre 2023) ha rilevato che nei 7 anni successivi alla firma dell’Accordo di Parigi, le banche del Nord globale hanno finanziato l’industria dei combustibili fossili nel Sud globale per un ammontare di 3.200 miliardi di dollari. I negoziati sull’articolo 2.1c devono compiere progressi reali nel rimodellare i flussi finanziari che continuano ad alimentare la crisi climatica.
  4. Il Global Stocktake (GST) deve sfociare in un’analisi franca e in un vero e proprio incremento dell’azione per il clima dove è più necessario, mettendo i maggiori inquinatori al centro dell’attenzione.
  5. Purtroppo, nei 7 anni successivi alla firma dell’Accordo di Parigi, le banche del Nord globale hanno finanziato l’agricoltura industriale dannosa del Sud globale per un ammontare di 370 miliardi di dollari, secondo quando evidenziato da ActionAid nella ricerca “How the Finance Flows”.

 

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