AgenPress. Il Codacons accoglie con ironia la notizia della sospensione dell’esecutività della sentenza del TAR del Lazio, che ha annullato il decreto ministeriale sull’obbligo di esposizione da parte dei benzinai: del ritorno dei cartelli con i prezzi medi dei carburanti non si accorgerà quasi nessuno. Gli italiani infatti non hanno beneficiato quasi per nulla degli effetti di questa misura, tanto inconsistenti sono stati sui prezzi (alle stelle per buona parte dell’anno) dei carburanti.
Se infatti ogni irrobustimento della trasparenza è sempre benvenuto, è altrettanto vero che le misure introdotte dal Governo da sole non sono bastate – come previsto – a far scendere i listini alla pompa e contrastare le speculazioni. E il fatto che di queste misure bisognerà discutere anche nel 2024, quando è fissata l’udienza pubblica per “un più approfondito esame” del provvedimento governativo, restituisce il senso di una vicenda surreale, che terminerà in una bolla di sapone a emergenza-carburanti finita (sempre che a quel punto non sia ricominciata, vista l’assenza di soluzioni strutturali ed efficaci).
Ciò che davvero sarebbe servito in Italia per stroncare sul nascere le speculazioni sui listini al dettaglio è la definizione di “prezzo anomalo”, fattispecie prevista dalla legge 231 del 2005 che vieta gli aumenti eccessivi dei prezzi al dettaglio nel settore agroalimentare. Un principio che il Governo avrebbe dovuto estendere a tutti gli altri comparti, compresi i trasporti, definendo in modo preciso il “prezzo anomalo” – ossia la percentuale massima di aumento dei listini oltre la quale scatta l’illecito sanzionabile in base alle leggi dello Stato.
“Il Governo non ha saputo far fronte al caro-benzina, o non ha voluto farlo”, dichiara il Codacons. “Adesso per i cittadini ha il sapore della beffa dover assistere a una battaglia legale assurda intorno a un provvedimento che di fatto non è servito a nulla, e di cui si finirà di parlare a cose fatte”, conclude l’Associazione.