Papa Francesco. In Palestina e Israele non è guerra, è terrorismo. Di Segni, “mette tutti sullo stesso piano, noi ci difendiamo

AgenPress – Il Papa, alla fine dell’udienza generale, ha riferito di avere incontrato due delegazioni, una israeliana e una palestinese. “Ho sentito come soffrono ambedue”. “Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre le guerre: questa non è guerra, è terrorismo. Per favore andiamo avanti per la pace, pregate per la pace”, ha chiesto Papa Francesco.

“Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti come ostaggi in Gaza e un’altra di palestinesi che hanno dei parenti prigionieri in Israele. Loro soffrono tanto, ho sentito come soffrono ambedue”, ha aggiunto  sottolineando che “siamo andati oltre le guerre” e che è “terrorismo”. “Pregate tanto per la pace. Che il Signore metta mano lì, che il Signore ci aiuti a risolvere i problemi e a non andare avanti con le passioni che alla fine uccidono tutti”. “Preghiamo per il popolo palestinese, preghiamo per il popolo israeliano, perché venga la pace”.

“Non ci può essere nessuna equivalenza tra Hamas che è un’organizzazione terroristica e si fa scudo dei civili e Israele che difende i civili”, ha detto Nadav, uno dei familiari degli ostaggi israeliani in conferenza stampa a Roma dopo l’incontro con il Papa.

“Delusione” è stata espressa da un altro parente, Yehuda, perché il Pontefice “non ha nominato Hamas e non ne ha parlato come di un’organizzazione terroristica. Ha detto solo che la guerra deve finire”: “Non c’è stato il tempo per raccontargli la nostra storia”, ha detto. Per un altro dei parenti, Yair Rotem, invece l’incontro con il Papa è stato “efficace, ci ha ascoltato”.

Per la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni, “il Papa mette tutti sullo stesso piano di partenza e di arrivo. Ma la partenza è il terrore che esegue il disegno di sterminio degli ebrei nel mondo intero mentre la guerra è necessaria alla difesa di Israele e della sua popolazione. Comporta sofferenza ma alle vittime va associato chi è il vero responsabile”.

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