AgenPress – In occasione del voto a favore delle nuove norme che proibiscono la produzione, importazione e consumo della carne coltivata, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ha rilasciato una nota in cui denuncia che:
- Il provvedimento configura infrazioni al diritto europeo, tanto che il Governo nei giorni scorsi ha ritirato la notifica – prevista dalla disciplina europea – del disegno di legge alla Commissione europea, per evitare, forse, che il provvedimento fosse bocciato dall’Ue.
- La proibizione non eviterà che il divieto di importazione e vendita di carne coltivata sia considerato illegittimo dall’Unione europea poiché in contrasto con la libera circolazione delle merci, uno dei principi fondanti.
- Se l’Unione europea approvasse la commercializzazione di carne coltivata, l’Italia non potrebbe vietare ad altri paesi dell’Unione di portarla da noi, esponendosi a una procedura di infrazione.
- A pagare il prezzo di questa proibizione saranno soprattutto le imprese italiane costrette a rinunciare alla produzione e scoraggiate a investire nella ricerca.
Oltre al piano europeo, l’Associazione Luca Coscioni lancia un appello al Presidente Mattarella affinché tenga in seria considerazione i problemi che le nuove norme creano in termini di violazione del “diritto alla scienza”, in particolare gli enormi, arbitrari e irragionevoli ostacoli che il decreto frappone al rispetto dell’articolo 15 del Patto internazionale sui diritti, economici, sociali e culturali che, tra le altre cose, prescrive il rispetto del diritto di beneficiare del progresso scientifico, indipendentemente dall’oggetto degli studi e il diritto a godere del progresso scientifico e le sue applicazioni, indipendentemente dall’oggetto degli studi.
L’Italia, oltre ad aver ratificato il summenzionato Patto, è tra i pochi Stati che riconoscono la competenza della quasi-giurisdizione del Comitato Onu sui diritti economici, sociali e culturali dove possono essere presentati casi di mancato allineamento delle norme nazionali con gli obblighi internazionali derivanti dalla ratifica del Patto. L’Associazione Luca Coscioni si riserva di attivare quel meccanismo per mettere in mora i divieti introdotti oggi.
Inoltre, L’Associazione Luca Coscioni segnala al Presidente della Repubblica che dal 2020 le Nazioni unite hanno adottato un “Commento generale” (n.25 sulla scienza) che chiarisce quali siano gli obblighi degli Stati relativamente alla scienza, tra questi, oltre alla trasparenza e inclusione del processo legislativo e la necessità di basare nuove norme su evidenze scientifiche consolidate, anche la cautela dell’applicazione del “principio di precauzione”.
Per le Nazioni unite tale principio non può essere applicato prima che le ricerche avvengano e in alcun modo può esser previsto con durata irragionevole. Il diritto alla scienza, come tutti i diritti umani, si basa sul principio di non-discriminazione ed è universale, il che vuol dire che se in una parte del mondo le ricerche avanzano dimostrando sicurezza ed efficacia delle loro applicazioni altrove occorre garantire che “il progresso scientifico e le sue applicazioni” siano garantite. Infine è ragionevole ipotizzare che a seguito di questa proibizione di consumo e commercio della carne coltivata non vi saranno incentivi a investire nella ricerca volta alla produzione di prodotti made in Italy non consentiti.
Per tutti questi motivi l’Associazione Luca Coscioni, oltre a ricorrere al Comitato Onu, includerà le proprie argomentazioni nel rapporto sull’Italia che verrà preso in considerazione nel 2024 dal Consiglio diritti umani delle Nazioni unite.