AgenPress. «Il Ministro Sangiuliano e il Governo cantano vittoria per quello che chiamano indennità ma sembra più elemosina per accontentare un settore in crisi da tempo.
La misura è talmente restrittiva che alcuni potrebbero arrivare ad avere una cifra intorno ai 1.500 euro e altri anche 600 non arrivando comunque a una cifra annua abbastanza dignitosa per risolvere i problemi di questi lavoratori.
Davvero pensano che con 1.500 euro all’anno (la cifra media che dai calcoli apparsi sui media dovrebbero prendere le 20.600 persone che accederebbero alla misura) si possa sostenere la precarietà del lavoro intermittente nello spettacolo?
L’indennità di discontinuità dovrebbe garantire a chi non può lavorare tutti i giorni, per la tipologia di lavoro svolto e la necessità di pause fatte di studio, corsi, scrittura, preparazione, di poter vivere fuori dal ricatto, dovrebbe essere un qualcosa che si avvicini ad uno stipendio mensile non una mancia annuale insufficiente a sopravvivere.»
Lo afferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni.