Riforma giustizia. Di Matteo, attua il programma fondativo di Forza Italia e affonda le radici nella Loggia 2

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AgenPress – “Il dibattito sulle singole riforme rischia di essere insufficiente, se non fuorviante, senza una visione d’insieme. Vedo una continuità. Nel solco del programma dei governi Berlusconi, negli ultimi anni la politica è pervasa da una voglia di rivalsa nei confronti di una certa magistratura. Quella che, in ossequio alla Costituzione, ha esercitato il controllo di legalità a 360°”.

Così, in una intervista alla Stampa, il pm della Procura nazionale antimafia Nino Di Matteo.

“C’è un disegno unico nelle riforme che attuano il programma fondativo di Forza Italia e affondano le radici nel disegno della Loggia P2. Le riforme Cartabia e Nordio vanno nella stessa direzione. Che non è rendere più veloce la giustizia, ma sdoppiarla. Implacabile sui reati comuni; lenta e spuntata verso le manifestazioni criminali dei colletti bianchi. Cartabia ha aperto il varco che Nordio percorre. Le sue riforme darebbero la spallata finale”. L’obiettivo complessivo  sarebbe “ridimensionare l’indipendenza della magistratura, controllarla direttamente e indirettamente. Questa è la posta. Il sistema di potere intende blindarsi, inattaccabile dal controllo di legalità”.

Oggi è possibile  “perché nel frattempo l’immagine della magistratura è diversa rispetto a 30 anni fa. Negli ultimi quindici anni si è consolidata la tendenza di una magistratura dominata da carrierismo e burocrazia”.

Riguardo il concorso esterno: “Chi lo contesta ignora, o finge, che per primo fu Falcone a utilizzarlo per indagare Ciancimino; e che grazie a questo reato sono stati condannati politici importanti (Dell’Utri, D’Alì e Cosentino), funzionari di polizia, imprenditori, sindaci, magistrati. La mafia diventa più fluida. Eliminare il concorso esterno costituirebbe un grave danno”.

Immediata la replica del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

“Di Matteo è stato sconfitto clamorosamente nell’accusa persecutoria al Generale Mori e ad altri eroi della lotta alla Mafia che hanno arrestato Riina e gli altri e che per questo, invece di avere una medaglia, hanno subìto 20 anni di processi ingiustificati conclusi con un’assoluzione. Mi aspetto da Di Matteo un’intervista in cui si scusi. Vorrei un confronto ad Agorà con Di Matteo sul caso Mori e su Via D’Amelio”.

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