Giustizia. I magistrati contro la riforma Nordio. Troppe criticità che suscitano forte preoccupazione, a partire dall’abuso di ufficio

AgenPress – L’Associazione nazionale magistrati torna a criticare la riforma con un documento approvato dal suo Comitato direttivo centrale in cui auspica che vi sia una “rimeditazione” su tutto quello che non va. Come la riformulazione del traffico di influenze che” finirebbe con il rendere leciti comportamenti pericolosi per la formazione delle decisioni della pubblica amministrazione, suscettibili di inquinare il processo decisionale e la comparazione degli interessi attinti dall’esercizio del potere pubblico”.

Ci sono troppe “criticità” nella riforma Nordio che suscitano “forte preoccupazione”, a cominciare dall’ abolizione del reato di abuso di ufficio, che non solo è “in contrasto con l’indirizzo politico perseguito a livello internazionale”, volto a potenziare “gli strumenti di prevenzione e repressione della corruzione”, ma espone anche l’Italia “al rischio di procedure d’infrazione”.

Le innovazioni in materia cautelare “avranno un effetto devastante sugli uffici giudiziari. La previsione di un organo collegiale deputato all’adozione delle misure custodiali appare di difficile attuazione già nei grandi tribunali e sarà pressoché impossibile da gestire negli uffici medio – piccoli, al netto dell’aumento esponenziale delle ipotesi di incompatibilità che, inevitabilmente, ne conseguiranno e, quindi, dell’allungamento dei tempi del processo, in chiara violazione degli obiettivi del Pnrr”, avverte l’Anm. E l’intervento sulla limitazione del potere di appello del pm “rischia di entrare in frizione con i principi scolpiti nella sentenza della Corte Costituzionale n. 26 del 2007, che già si pronunciò sulla precedente legge Pecorella”.

 

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