Tassone: “Arnaldo Forlani era un democristiano vero con una grande fede e una grande umiltà”

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. Una generazione di democristiani ci sta lasciando. Arnaldo Forlani si è spento ieri sera nella Sua Pesaro: un protagonista che ha lavorato nel cantiere della ricostruzione del Paese.

Erano tempi aspri che richiedevano sfide mai facili. C’erano i grandi e piccoli Partiti tutti protesi a guidare i processi di sviluppo. Per chi ha militato per molti anni nei Partiti, la scomparsa di un amico non è solo un avvenimento doloroso per la famiglia, ma uno strappo lancinante di chi ha vissuto il tempo in cui i Partiti erano una seconda famiglia.

La Democrazia Cristiana fu un insieme di passioni, strumento di formazione, forza impetuosa di socialità, di partecipazione e di emancipazione. Le solitudini si superavano attraverso il recupero di una cultura umanistica seppellita dalla inerzia del pensiero e dall’abbandono della ragione. La DC dicevo era una famiglia dove si vivevano esperienze nelle migliaia di sezioni disseminate nel territorio.

La morte di Arnaldo è per tanti la scomparsa di un Amico caro e famigliare. Oggi i Partiti non ci sono più. Ci sono non i capi famiglia ma solo capi di clan aggregatori  di folle adoranti che si affidano ai salvatori e non alle loro capacità.

Viviamo un altro mondo diverso da quello di Forlani dove c’era vita pur tra ombre e luci. Arnaldo era un democristiano vero con una grande fede e una grande umiltà.

Lo conobbi nel 1970 e mi colpi la Sua disponibilità al dialogo privo di supponenza.

I Congressi Nazionali della DC erano avvenimenti fondamentali per il futuro. Arnaldo fu un Uomo equilibrato alla ricerca di convergenze scevro da ottusi preconcetti. Candidato alla presidenza della Repubblica, rinunciò dopo le prime votazioni che evidenziarono posizioni diverse da quelle assunte nel Partito. Una rinuncia senza clamore che in avvenire avrebbe pesato molto per gli sviluppi politici non esaltanti.

Desidero alla fine ricordare un episodio che non potrò dimenticare.  Era il 1990 io segretario regionale della D.C. accompagnavo Forlani segretario nazionale della D.C in un defatigante giro elettorale in Calabria. Sollecitato dagli amici di Caraffa, piccolo centro di Catanzaro ricco di storia per le origini albanesi, chiesi ad Arnaldo di venire in quel comune. Era esausto ma disse di si.

La Sua presenza in quel comune, dove c’era un giovane sindaco e tantissima gente commossa a riceverci, è una lezione, una testimonianza di passione civile.

I detrattori ci saranno sempre. Sono prigionieri del credo della loro falsa superiorità morale. Non si accorgono che sono foglie morte che il tempo disperde. Arnaldo Forlani: non teme l’usura del tempo!

Mario Tassone

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -