AgenPress. Purtroppo si continua a gravare sugli Istituti Penitenziari, una competenza non propria dato che il personale si trova a gestire anche detenuti con problemi psichiatrici o, peggio ancora, detenuti che dovrebbero essere inviati nelle Rems. Dobbiamo evidenziare come negli istituti penitenziari della Regione mancano, attualmente, circa 700 unità di personale di polizia penitenziaria, rispetto alle dotazione organiche previste dal D.M. del 2017.
Attualmente il sovraffollamento risulta essere di 791 detenuti considerato che 6.086 risultano essere i detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio, rispetto ad una capienza regolamentare di detenuti prevista di 5.295.
Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che questa settimana ha esaminato le azioni messe in campo dall’Italia per rispondere in modo adeguato a due condanne sulla situazione nelle carceri pronunciate dalla Corte europea dei diritti umani. Servono misure anti-suicidio e più trasferimenti verso Rems. Le autorità italiane devono migliorare le misure preposte a prevenire i suicidi in carcere, che “nel 2022 hanno raggiunto un livello senza precedenti”, e “proseguire gli sforzi per assicurare una capacità sufficiente delle Rems”, le residenze alternative per i detenuti che soffrono di disturbi psichici.
Le situazioni di maggiori criticità si registrano a Regina Coeli, Civitavecchia Nuovo Complesso e Latina che presentano tassi di affollamento superiori al 150%. Accanto a questi vi sono tre altri Istituti: Viterbo, Velletri, Rebibbia (R. Cinotti), che presentano tassi effettivi di affollamento superiori al 130% e che, quindi, presentano condizioni di sovraffollamento superiori ai limiti che, secondo la sentenza Torregiani, determinano una condizione di detenzione che può configurarsi come trattamento inumano e degradante in assenza di altre misure di attenuazione del disagio.
Per la Fns Cisl, la Federazione Nazionale della Sicurezza Cisl, è urgente, anche, determinare protocolli d’intesa con le Regioni al fine di regolare la non trascurabile e pericolosa gestione, da parte dei colleghi penitenziari, di detenuti affetti da gravi turbe e nevrosi psichiche”, ciò potrebbe lenire le criticità nelle carceri ma allo stesso tempo migliorare le condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria.