Renato Loiero, Carlo Corazza e Paolo Crisafi alla conclusione dei lavori del Think Tank Futuro Italia Remind
AgenPress. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha inaugurato i lavori del Think Tank Futuro Italia Remind, presieduta da Paolo Crisafi, in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia, diretto da Carlo Corazza, in cui gli esponenti delle Istituzioni Europee, Nazionali e Locali insieme alle buone pratiche dei Settori Produttivi dell’Immobiliare allargato (30 % del Pil) si sono riuniti per discutere e analizzare le sfide da affrontare e le opportunità da cogliere per garantire un futuro migliore alla nostra Nazione. Sono seguiti i tavoli di approfondimento che hanno elaborato un working paper per supportare l’azione dei Decisori nelle politiche per lo sviluppo sostenibile e la messa in sicurezza della Nazione.
Renato Loiero Consigliere alla Politiche di Bilancio del Presidente del Consiglio ha fatto presente: “Mi sembra rilevante aver intitolato al Futuro dell’Italia questo incontro organizzato da Remind in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia. Il messaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni inviato al Presidente di Remind Paolo Crisafi richiama il fatto che questo appuntamento rispecchia la volontà del Governo di dare alla nostra Nazione gli strumenti necessari per un futuro di crescita e di sviluppo. Il paradigma della sostenibilità come conciliazione tra crescita e sviluppo. Questo passaggio è ben noto per chi ha letto il libro del Presidente “Io sono Giorgia”, in cui il tema della sostenibilità viene richiamato più di una volta. Oggi poi, come sapete, in contemporanea a questi lavori, ricorre la Giornata mondiale dell’ambiente. Un passaggio del volume di Giorgia Meloni, che fa riferimento ad un’affermazione di Roger Scruton, l’autore di “How to Be a Conservative”, dove si dice che i conservatori – tra gli altri – ammettono che la cosa più importante che un vivente può fare è di insediarsi, farsi una casa e passarla poi ai propri figli. Ed è il messaggio che viene anche dagli interventi dei lavori della piattaforma Remind. Mi piace sottolineare i passaggi relativi a questa concezione dell’immobiliare allargato che non è un abitare di consumo, un abitare che cerca di minimizzare il consumo di suolo, che è uno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile (i famosi SDGs); ma è una concezione dell’abitare che coincide con la crescita e lo sviluppo sostenibile. In questo senso noi abbiamo davanti un Governo che sicuramente può essere indicato come governo di legislatura. Le elezioni di fine settembre hanno decretato una maggioranza netta. Può piacere o meno, ovviamente, il colore della maggioranza, ma una maggioranza destinata con tutta probabilità a governare per i prossimi cinque anni, forse anche dieci. Dai lavori, dagli spunti, dai documenti della piattaforma del think tank Remind, che mi premurerò di diffondere il più possibile, emerge per l’ennesima volta il fatto che le politiche pubbliche, anche in questo comparto, hanno risentito di una carenza di programmazione. Per andare a uno dei temi, quello del contrasto al cambiamento climatico, una delle affermazioni che ha fatto il Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare Nello Musumeci riguarda il fatto che, forse, potremmo finalmente dotarci di un piano nazionale per il contrasto al cambiamento climatico. A tutt’oggi non abbiamo un’azione coordinata per il contrasto al cambiamento climatico. Come detto dal Presidente, l’immobiliare allargato attraversa trasversalmente il tessuto economico della Nazione. L’immobiliare, insieme al sistema casa, al sistema abbigliamento, al sistema agroalimentare, è uno dei nostri asset fondamentali con cui ci presentiamo all’estero.
Quindi in questo senso un abitare allargato lo dobbiamo vedere anche come la possibilità, attraverso un approccio olistico al sistema casa, di implementare tecnologie avanzate per prodotti, realizzazioni e soluzioni da mettere a servizio dei cittadini. Quello che nel messaggio del Presidente Giorgia Meloni ha inteso evidenziare è anche che noi intendiamo coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’accenno che faceva prima Monsignor Francesco Pesce per la sostenibilità non è solo un qualcosa che deve essere implementato per migliorare il nostro concetto di abitare, ma deve essere implementato per migliorare il benessere di tutti, ovvero della più ampia quantità di popolazione. L’utilizzo delle tecnologie di intelligenza artificiale e ICT ci consentono di implementare anche una sostenibilità sociale, senza per questo consegnarci però a nuove dipendenze o distruggendo intere filiere produttive. Chiaro che le due grandi missioni del Pnrr, transizione ecologica e transizione digitale, si compendiano insieme. Pensare di effettuare dei salti ambientali verso nuove tecnologie che però non sono implementabili nel brevissimo termine renderebbe incoerente la transizione ecologica con la transizione al digitale in vari settori. Con riferimento all’economia del mare, la politica europea di sussidio ad alcuni settori potrebbe rischiare di spiazzare alcuni ambiti della cantieristica nazionale. Come sapete in Europa abbiamo pressoché rinunciato alla cantieristica cargo, che è completamente appaltata in un’ottica che può essere ragionevole da un punto di vista di divisione internazionale del lavoro e ci siamo per così dire relegati alla cantieristica da crociera. Anche in questo senso gli interventi di politica pubblica, anche a livello europeo, devono tener conto del posizionamento di questo mercato nelle diverse industrie.
Se parliamo di immobiliare allargato non posso non sottolineare le tematiche relative appunto all’immobiliare pubblico. Il patrimonio pubblico, più volte citato nelle ricerche Remind, è una risorsa che ci appartiene una ricchezza che ci circonda. La vera sfida è la valorizzazione di questo patrimonio mobiliare pubblico. Parliamo di circa circa 300 miliardi. Un patrimonio datato, scarsamente efficiente a livello energetico, esposto al rischio sismico e rischio idrogeologico, come anche il resto del patrimonio nazionale. Su questo si deve e si sta intervenendo. Oggi il Governo ha depositato in Parlamento la relazione semestrale in cui sono appunto sviscerate tutte le problematicità. Si ripercorre il piano, sono esposte in particolare le difficoltà connesse ovviamente alla variazione dei prezzi di una serie di beni che sono appunto beni intermedi nella creazione del valore e nella realizzazione di molti dei programmi del Pnrr. E come sapete il Governo sta affrontando una delicata fase di riconsiderazione dei progetti con la finalità di non ridurre la quantità di risorse che saranno affidate alla Nazione. Una serie di sfide che il Governo ha iniziato ad affrontare pochi mesi fa, ma che anche con il contributo che in questa sede Futuro Italia Remind sicuramente prezioso ci sono state fornite e ci arriveranno cercheremo di implementarle al meglio.”.
Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind Associazione del Comparto Immobiliare Allargato ha rappresentato: “E’ stato importante, in questo contesto, aver ricevuto il messaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quale stimolo a portare aventi la visione di sistema dell’immobiliare allargato per lo sviluppo sostenibile e la messa in sicurezza della Nazione. La presenza dell’economista Renato Loiero né è una ulteriore importante dimostrazione.
Inoltre, la partecipazione di Autorità e Settori Produttivi insieme a Carlo Corazza Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia consente di proiettare le politiche Nazionali in un quadro Europeo. L’Immobiliare allargato è un’opportunità per l’Italia ed è una leva trainante per il presente e il futuro della nostra Nazione che si prospetta in una dimensione di rinnovata fiducia dopo la pausa della pandemia che abbiamo alle spalle e sulla scia dei risultati conseguiti in questi mesi, grazie ad un dialogo proattivo tra Pubblico e Privato, pur in contesti di difficoltà straordinarie come la guerra in Ucraina e le recenti alluvioni.
Remind afferma la necessità di recepire questa spinta verso la ripresa confermata dalla positiva evoluzione degli indicatori economici e da un rinnovato slancio delle nostre imprese impegnate, tra l’altro, a portare il Made in Italy in Europa e nel Mondo.
Una sinergia tra il Governo a guida del Presidente Giorgia Meloni, le Istituzioni Europee, Nazionali e Locali e le imprese e i professionisti, tra soggetti pubblici e privati, uniti per la ripresa economica che vede nel comparto immobiliare allargato un anello fondamentale. La catena del valore dell’Immobiliare allargato rappresenta la somma di tutte le arti, scienze, tecnologie e professioni, insieme alle buone pratiche da esse espresse, nei diversi settori produttivi tra loro collegati. Remind è integrativa delle realtà già presenti e valorizza interessi specifici di singoli attori in una unica visione di sistema per la tutela del Pianeta ed il benessere delle Persone negli spazi, luoghi, territori e paesaggi dove vivono, operano e transitano”.
Carlo Corazza Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia ha concluso: “Ringrazio Paolo Crisafi Presidente di Remind per questa iniziativa che sono felice di fare insieme come Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Ringrazio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il messaggio di saluto rivolto a Futuro Italia Remind e le autorità e gli esponenti del Pubblico e del Provato che intervengono oggi. Come ha sottolineato il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, l’essenza dell’Europa non siamo noi funzionari, ma sono gli eletti, cioè quelli che che prendono decisioni politiche sulla base delle elezioni. Le prossime ci saranno il 6 e il 9 giugno 2024 e le nuove maggioranze in Parlamento sosterranno una nuova Commissione che quindi avrà in qualche modo un rapporto di fiducia con il nuovo Parlamento. Poi l’altra Camera quella fatta dai ministri dei 27 Stati deciderà. Qui siamo nella sede di Esperienza Europa dedicata a David Sassoli in cui, ogni giorno, vengono delle scuole a simulare come funziona la codecisione.
Una simulazione in cui ragazzi che si confrontano con il Parlamento e con la Commissione, discutono con il Consiglio e poi alla fine, divisi in gruppi politici, approvano la legislazione europea. Tutto quello che alla fine viene approvato di questa Europa, che a volte vediamo come una matrigna, sono cose che vengono fuori dalla democrazia europea e sono il frutto dell’elezione che facciamo ogni cinque anni. L’altro giorno ho avuto l’onore di essere invitato alla Festa della Repubblica e, dopo l’inno Nazionale, c’era anche l’inno Europeo proprio perché l’Europa è una cornice naturale che, come sottolineava il Vicepresidente Gasparri, è un mondo in cui noi esercitiamo una parte della nostra sovranità. Potremmo avere una sovranità sull’ambiente, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull’energia o sull’agricoltura se non avessimo questa cornice europea che ci consente di esercitarla? Negoziando, discutendo, arrabbiandoci, litigando, ma poi alla fine trovando la sintesi europea che è in linea, non solo con l’interesse generale europeo, ma anche con il nostro interesse nazionale. Il vero punto qual è? Il punto è che in Europa non bisogna giocare in difesa, ma giocare in attacco. L’Europa per fortuna è un dato di fatto, una realtà naturale in cui noi siamo immersi e in cui bisogna presenziare da attori. Un buon esempio è il Partito Popolare europeo che è sempre stato nel cuore del processo decisionale. I parlamentari italiani quando sono inseriti in gruppi che contano difendono ancora meglio il nostro interesse Nazionale nel quadro Europeo. Per giocare da protagonisti bisogna fare delle scelte europee, cioè non mettersi all’angolo a criticare, specialmente quando si è al Governo, ma cercare di stare laddove si decide per influire sulla decisione. Chiudo ricordando quelle che sono le vere sfide delle prossime elezioni. Le autorità presenti e i settori produttivi dell’Immobiliare allargato hanno ricordato alcune decisioni sulla nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici che toglie la gratuità delle quote dello scambio di emissione; il meccanismo di compensazione in carbonio alla frontiera; tante cose che incidono sulla nostra industria ed è chiaro che ci sono due scuole di pensiero: chi pensa che il Green Deal abbia bisogno di un’industria europea protagonista che deve rafforzare la nostra base manifatturiera; e chi invece ha un approccio più ideologico e pensa che forse tanto vale spingere l’industria produrre in India o in Cina perché così facciamo contente le ONG. La mia posizione è chiara e penso sia la stessa della grande maggioranza dei Parlamentari Europei.
È legittimo pensare che uscire dall’auto a combustione nel 2035 abbia dei rischi molto seri per l’industria Europea. Come è legittimo pensare che ci voglia più gradualità per salire di classe di efficienza energetica degli edifici, il cui Trilogo inizierà nei prossimi giorni, e via dicendo. È un dibattito politico e credo che sarà al cuore della prossima campagna elettorale. Chiudo con un’ultima notazione. È chiaro che l’Europa è fatta di alleanze e i grandi Stati fondatori di solito si muovono abbastanza in armonia. Quindi va benissimo cercare di far rientrare nel gioco anche i Paesi della cosiddetta nuova Europa, i Paesi dell’Europa centro-orientale però tenendo conto di un punto fondamentale: il codice genetico dell’Unione Europea non è l’euro, non è il mercato interno, ma l’articolo due, dove sono i diritti fondamentali.”