AgenPress – Ad annunciarlo lo stesso Donald Trump, che è stato convocato per martedì al tribunale di Miami, alle 15, per rispondere di sette capi d’accusa. “Questo è un giorno buio per l’America, siamo un Paese in serio e rapido declino”, ha commentato Trump, denunciando il fatto che con la “bufala degli scatoloni” è in corso un tentativo di “interferire nelle elezioni”.
L’ex presidente degli Stati Uniti è stato accusato formalmente dal Dipartimento della Giustizia nel quadro delle indagini sui documenti classificati trovati nell’estate 2022 nella sua residenza privata a Mar-a-Lago, in Florida. Fra le accuse ci sarebbe anche la violazione dell’Espionage Act per aver trattenuto volontariamente documenti legati alla difesa nazionale e non averli consegnati ai responsabili. Le indagini sono state coordinate dallo staff del consigliere speciale Jack Smith, nominato dal dipartimento della Giustizia, e da due gran giurì basati a Washington e in Florida.
Il Dipartimento di Giustizia avrebbe dovuto rendere pubblico un atto d’accusa, che comporta conseguenze legali inequivocabilmente gravi, inclusa la possibilità di essere incarcerato se Trump viene condannato.
Ma ha anche enormi implicazioni politiche, ribaltando potenzialmente le primarie presidenziali repubblicane che Trump aveva dominato e testando nuovamente la volontà degli elettori del GOP e dei leader del partito di restare con un candidato ora incriminato due volte che potrebbe affrontare ancora più accuse. E pone le basi per un processo sensazionale incentrato sulle affermazioni secondo cui un uomo un tempo incaricato di salvaguardare i segreti più gelosamente custoditi della nazione, volontariamente e illegalmente, ha accumulato informazioni sensibili sulla sicurezza nazionale.
Il Dipartimento di Giustizia non ha immediatamente confermato pubblicamente l’accusa. Ma due persone a conoscenza della situazione che non erano autorizzate a discuterne pubblicamente hanno affermato che l’accusa includeva sette reati penali. Una di quelle persone ha detto che gli avvocati di Trump sono stati contattati dai pubblici ministeri poco prima che annunciasse giovedì sulla sua piattaforma Truth Social che era stato incriminato.
Pochi minuti dopo il suo annuncio, Trump, che ha dichiarato di essere dovuto in tribunale martedì pomeriggio a Miami, ha iniziato a raccogliere fondi per la sua campagna presidenziale. Ha dichiarato la sua innocenza in un video e ha ripetuto il suo familiare ritornello secondo cui l’indagine è una “caccia alle streghe”.
È la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un ex presidente si trova a dover affrontare un’incriminazione per reati federali. La notizia era nell’aria, da quando la procura federale, di cui è supervisore il consigliere speciale Jack Smith, 54 anni, ex procuratore all’Aja specializzato in crimini di guerra, notificò ai legali del tycoon l’avviso che il loro cliente era al centro dell’inchiesta. Un atto dovuto che presupponeva l’imminente incriminazione.
La situazione è senza precedenti negli Stati Uniti. Non solo l’amministrazione americana guidata da un Democratico dovrà perseguire un ex presidente, ma anche il suo rivale più accreditato nell’imminente corsa alla Casa Bianca. L’Amministrazione non commenta le accuse, mantenendo la linea del silenzio sposata da Joe Biden. L’attuale presidente ha sempre sostenuto di volersi tenere alla larga dall’inchiesta avviata dal dipartimento Giustizia, e di aver consentito al Procuratore generale Merrick Garland di muoversi in modo indipendente.