Corte penale internazionale emette mandato di arresto per Putin, criminale di guerra per deportazione di bambini

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AgenPress – In una dichiarazione di venerdì, Human Rights Watch ha definito la decisione della Corte penale internazionale di emettere un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, un membro del governo di Putin, ha annunciato in un comunicato stampa venerdì.

Lvova-Belova è il funzionario al centro del presunto piano per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia.

L’ICC ha affermato che sia Putin che Lvova-Belova sono “presumibilmente responsabili del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, e un campanello d’allarme per altri che commettono abusi o li nascondono”.

“Questo è un grande giorno per le numerose vittime di crimini commessi dalle forze russe in Ucraina dal 2014. Con questi mandati di arresto, la Corte penale internazionale ha reso Putin un ricercato e ha compiuto il primo passo per porre fine all’impunità che ha incoraggiato gli autori della guerra in Russia contro l’Ucraina per troppo tempo”, ha affermato Balkees Jarrah, direttore associato della giustizia internazionale presso Human Rights Watch.

L’ICC ha emesso i mandati di arresto per Putin e Maria Lvova-Belova, il funzionario al centro del  presunto piano  per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia.

I mandati inviano un chiaro messaggio che dare ordini di commettere o tollerare gravi crimini contro i civili può portare a una cella di prigione all’Aia. I mandati del tribunale sono un campanello d’allarme per altri che commettono abusi o li nascondono che il loro giorno in tribunale potrebbe arrivare, indipendentemente dal loro grado o posizione”, ha detto Jarrah.

“Vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti”, prosegue la nota. La Corte sottolinea che i mandati di cattura sono stati emessi dalla II Camera preliminare dopo le istanze di accusa presentate il 22 febbraio 2023, a un anno esatto dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, e di averli fin qui tenuti “segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini”. “Tuttavia – spiega la Corte -, consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero ancora in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l’ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell’interesse della giustizia autorizzare la Cancelleria a rendere pubblica l’esistenza di questi mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali i mandati sono stati emessi e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera”.

 

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