AgenPress – L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha affermato su Twitter che le restrizioni alla partecipazione delle donne alla vita e alla società rallentano lo sviluppo e limitano la capacità degli operatori umanitari di raggiungere il 50% della popolazione.
L’agenzia OCHA delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per il fatto che molte donne sono state mandate a casa a seguito di un decreto del Ministero dell’Economia che vietava le lavoratrici nelle ONG.
“Le famiglie con capofamiglia donna sperimentano più shock economici e livelli di reddito inferiori rispetto alle famiglie con capofamiglia uomo”, ha affermato OCHA Afghanistan.
La politica “intenzionale” dei talebani è quella di ridurre i diritti delle donne e delle afghane fino a cancellarle dalla vita pubblica, una sorta di apartheid che equivale a una persecuzione di genere, per la quale le autorità devono essere ritenute responsabili, ha dichiarato il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett.
L’effetto cumulativo delle restrizioni su donne e ragazze ha un impatto devastante a lungo termine sull’intera popolazione e equivale a ‘apartheid di genere’ ha aggiunto. “Dopo il divieto di visitare parchi, palestre e bagni pubblici, sono stati emessi ulteriori editti per impedire alle donne di frequentare l’università e per vietare loro di lavorare nelle ONG”.
Dunque, ha aggiunto “le autorità dovrebbero smettere di affermare grottescamente che ‘i diritti delle donne sono in atto’ e rispettare i loro obblighi ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani”.
Più in generale l’esperto ha sottolineato il “declino” delle libertà fondamentali nel Paese, in particolare della libertà di espressione e di riunione. Attivisti della società civile, giornalisti e manifestanti pacifici continuano a subire arresti arbitrari, detenzioni e maltrattamenti. “Nell’Afghanistan di oggi, c’è poca tolleranza per la differenza e nessuna per il dissenso”, ha detto. Dai media sono scomparse le donne così come dalla magistratura “con il risultato che un regime tutto maschile applica la versione talebana della legge della Sharia” oltre ad applicare punizioni corporali.
Secondo Bennett dunque è necessario “garantire che venga inviato un messaggio forte alle autorità de facto che il trattamento abietto delle donne e delle ragazze è intollerabile e ingiustificabile per qualsiasi motivo, compresa la religione”.