Luizzi (Anaao Giovani): “Siamo contenti di questa inchiesta della magistratura sui responsabili del Covid”

AgenPress. Giammaria Luizzi, responsabile nazionale del settore Anaao Giovani, è intervenuto nella trasmissione “Italia Città Aperta” condotta da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv

Riguardo la maxi inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid. “Ci rendiamo conto che quei giorni sono stati un caos totale nel comprendere quanto era grave la problematica. Abbiamo fiducia nella magistratura. Ci ricordiamo che per la parte medica eravamo nel caos. Siamo contenti perché si fa luce sulla questione. Purtroppo si è palesata questa carenza di organico, i medici sono i meno pagati in Europa. Non c’è stato turn-over”.

Gli aumenti non ci sono stati. “Esatto, continua il sotto finanziamento. C’è problema nel pronto soccorso ma anche negli ospedali. C’è problema di pandemia oncologica, occorre lavorare ancora di più per il tempo perso”.

Le specializzazioni più richieste non ci sono più. “Siamo supereroi, non solo eroi. È proprio vero, c’è carenza di specialisti e proprio in quelle specializzazioni della pandemia. Veniamo aggrediti, non siamo pagati adeguatamente.

Le improvvisazioni portano a fare degli errori e una prestazione non ottimale. C’è depauperamento del personale nel pubblico. Gli specializzandi prendono mille euro al giorno e questo spinge verso il privato. Privato accreditato ma anche privato estero. Il gettonista guadagna tanto ma deve anche pagare tanto. Noi vogliamo solo e soltanto essere pagati il giusto”.

Questa professione per noi è una missione di vita, ma siamo molto stressati. I malati vogliono fidarsi, ma abbiamo gli avvocati che spingono i pazienti a denunciare. Siamo pochi, abbiamo poche munizioni ma con questo sotto finanziamento non ci stiamo riuscendo. Vogliamo che le persone che entrano malate escano sane”

Riguardo alla dichiarazione di un politico che ha detto che non è vero che i posti letto sono pochi. “Questa è una fake news”.

Riguardo il rimpallo delle responsabilità della politica. “Parliamo di risposte ma anche di domande. Gli elettori vogliono una buona sanità. Ma non ce lo permettono perché già andiamo col freno a mano. L’aumento di posti letto è stato tagliato. Pretendiamo una sanità migliori con più armi, più munizioni. Lavoriamo anche 100 ore a settimana. Vogliamo solo erogare questa sanità migliore”.

Riguardo i 500 medici cubani in Calabria. “Ho parlato con il governatore. Ho detto di assumere gli specializzandi calabresi. Purtroppo l’università ha fatto muro e lui è stato obbligato a chiamare questi cubani, che non sappiamo se siano capaci. L’università vuole mantenere lo status quo per cui gli specializzandi devono rimanere lì, loro non hanno nemmeno una funzione di qualità, c’è questo muro di gomma nonostante la normativa vigente dica che devono essere assunti”.

Nel periodo della pandemia sono stati richiamati medici in pensione, ora invece si brama il pensionamento.

“Qui bisogna capire se mantenere il sistema sanitario pubblico o privato. L’unica ricetta è il numero chiuso all’interno dell’Università, ma non serve a nulla toglierlo. Serve solo capire se c’è la volontà politica al privato o al pubblico. Non è un problema di soldi, vogliamo solo e soltanto vedere il potenziamento del sistema”.

Riguardo la formazione all’università. “Dobbiamo pensare che formare un medico costa come una Ferrari. Non abbiamo le strutture per formarli. La parola chiave è programmazione. Non mancano medici, mancano specialisti. Dobbiamo pensare meglio la forma di selezione. Il numero chiuso deve esserci, la programmazione deve esserci. Noi abbiamo già medici laureati pronti per essere specializzanti, per essere assunti. Adesso servono delle strutture e delle politiche sanitarie forti”.

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