Libri. Karima el Mahroug si racconta in una biografia

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AgenPress. «Questa sentenza investe tutta la mia vita e me la restituisce, è destinata a me, anche se parla solo di Ruby, un’invenzione. Ho deciso di raccontare la mia storia, la donna che sono diventata, il perché delle mie scelte per essere finalmente ascoltata, vista davvero. Ho aspettato e rispettato i tempi della giustizia e nel frattempo sono diventata grande».

A parlare è Karima el Mahroug, a pochi minuti dalla sentenza emessa dal Tribunale di Milano per il processo Ruby ter, a tredici anni esatti da quel 14 febbraio 2010, la data che ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita. La sentenza l’ha assolta con formula piena perché il fatto non sussiste. Karima è finalmente libera di raccontare la sua vita. È disponibile su Amazon e su www.karimaillibro.it, a partire da oggi 16 febbraio, Karima, la biografia scritta dalla giornalista Raffaella Cosentino: un racconto intimo e onesto con il quale Karima el Mahroug vuole liberarsi finalmente delle etichette e scrollarsi di dosso il personaggio di Ruby Rubacuori, per affermare la propria identità di donna oggi e di bambina ieri.

Un libro che intende essere un gesto di libertà, di affermazione di sé stessa per fare chiarezza dopo anni di mancate tutele, di sguardi accusatori e pregiudizievoli, di supposizioni e calunnie. Quella di Karima el Mahroug è la storia di una ragazza arrivata in Italia dal Marocco, in fuga da un ambiente familiare maltrattante. Karima è stata molte cose: una ragazza che ha lavorato come cubista, come panettiera, come venditrice ambulante dall’età di nove anni; una ragazza scappata da 18 comunità; una ragazza che frequentò la casa di Arcore del Presidente Silvio Berlusconi. Ma MAI ha fatto la prostituta.

Con questa biografia, Karima si riappropria dei suoi ricordi, mettendo in luce le difficoltà che ha dovuto affrontare sin dalla più tenera età. La realtà è quella di una giovane di soli diciassette anni travolta da un’ondata mediatica senza precedenti. Se l’opinione pubblica, davanti a casi che vedono il coinvolgimento di minori, tende ad attivare meccanismi empatici, nel caso di Karima – Ruby Rubacuori per i più –  non è stato lo stesso. È ora il momento, a chiusura del processo Ruby ter, di de-responsabilizzare la vittima, di tutelarla. Ed è lei, adesso donna e madre, a farlo.

«Ho atteso i tempi della giustizia, ho incassato gli insulti, non sono andata in cerca di popolarità. Adesso però vorrei semplicemente raccontare la mia vita. Lo faccio così, con un libro pubblicato nella più ampia libertà dell’autopubblicazione. Lascio Ruby al suo destino che un giorno la storia, mi auguro, saprà collocare e raccontare. Io, Karima, raccolgo la mia vita e vado oltre.»

 

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