La sonda DART si è schiantata contro l’asteroide Dimorphos. L’impatto ad una velocità di 22.530 km/h.

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AgenPress – Partita dieci mesi fa, la sonda DART della NASA ha colpito con successo il “satellite” Dimorphos dell’asteroide Didymos alle ore 1:14 italiane del 27 settembre. Ora si aspettano le immagini della collisione riprese dal cubesat LICIACube, compagno di missione di DART, e i dati sull’effettivo cambio di rotta di Dimorphos.

La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) ha avuto proprio il compito di testare il cambiamento di rotta di un asteroide al fine di proteggere la Terra dal suo impatto. Gli asteroidi binari Didymos e Dimorphos non rappresentano una reale minaccia, e sono stati scelti solo come bersagli di test per la missione.

Al momento dell’impatto gli asteroidi si trovavano a 11 milioni di chilometri dalla Terra. La collisione di DART non ha avuto effetti catastrofici perché l’obiettivo della missione è stato solo quello di accorciare di circa 10 minuti il periodo orbitale di Dimorphos intorno all’asteroide più grande Didymos.

Il veicolo DART (550 kg) – una sonda a forma di cubo composta da sensori, un’antenna, un propulsore ionico e due pannelli solari lunghi 8,5 metri – ha colpito direttamente l’asteroide Dimorphos largo 160 metri mentre viaggiava a circa 21.160 km/h, disintegrandosi drammaticamente nell’impatto.

La fotocamera di Dart ha restituito un’immagine al secondo, fino al momento dell’impatto con il bersaglio: un oggetto largo 160 m chiamato Dimorphos.

Quello che era stato un flusso di immagini costante si è interrotto quando la sonda è stata cancellata.

I controller, con sede presso il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory (JHU-APL), sono esplosi di gioia quando Dimorphos ha riempito il campo visivo della telecamera di Dart poco prima di diventare vuoto. I calcoli iniziali suggeriscono che l’impatto è stato a soli 17 metri dal centro esatto di Dimorphos.

Ci vorranno alcune settimane prima che gli scienziati della missione guidata dalla Nasa sappiano con certezza se il loro esperimento ha funzionato, ma la dottoressa Lori Glaze, direttrice della scienza planetaria dell’agenzia spaziale, era convinta che fosse stato raggiunto qualcosa di straordinario.

“Ci stiamo imbarcando in una nuova era dell’umanità, un’era in cui abbiamo potenzialmente la capacità di proteggerci da qualcosa come un pericoloso impatto di un asteroide pericoloso. Che cosa incredibile; non abbiamo mai avuto quella capacità prima”, ha detto giornalisti.

E la dott.ssa Elena Adams, un’ingegnere dei sistemi di missione JHU-APL, ha detto che “i terrestri dovrebbero dormire meglio” sapendo di avere una soluzione di difesa planetaria.

 

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