AgenPress. Terra dei Padri, Terza edizione dedicata al “Giorno del ricordo” (Tabula Fati), è un’antologia che parla il linguaggio nell’anima nella consapevolezza che è la memoria a custodire l’essenza salvifica della redenzione.
Una raccolta di elaborati dedicati ai massacri delle Foibe e all’esodo giuliano dalmata. Un atroce evento storico che l’Associazione culturale “Terra dei Padri” ha voluto ricordare nella terza edizione del Premio Letterario di cui l’antologia è immanente espressione.
Un insieme di lavori letterari, accuratamente selezionati dalla Giuria di qualità, suddivisi in tre sezioni (Poesia, Racconti, Giovani) in cui l’acme del dolore viene sostenuto da un lirismo panico che nella sofferenza recupera l’anelato ricongiungimento con l’Assoluto.
A sorprendere, nella sezione “Giovani”, è una profondità di pensiero che si accompagna a una saggia acutezza storica. Con i loro preziosi interventi, questi autori di nuova generazione hanno saputo restituire intensità emozionali di alto spessore spirituale non perdendo mai di vista il valore universale dell’essere umano, l’unico in grado di oltraggiare il male, dimostrando una sorprendente capacità di saper interpretare il passato alla luce di una contemporaneità vissuta con provvidenziale empatia.
L’orrore della guerra, comune a tutti i conflitti bellici che hanno scandito i battiti delle epoche e che continuano a dilaniare corpi senza volto, svela i suoi risvolti più angoscianti. Ma, in queste espressioni letterarie e liriche, al supplizio dell’anima si lega sempre una perpetua speranza che il futuro possa vivere di luce umana piuttosto che annebbiare nelle sue asperità.
Anche nelle testimonianze più resocontiste si cela un pathos eidetico che fa acquisire alla testimonianza storica un valore fortemente ontologico. Una costante che unisce i diversi elaborati soltanto in apparenza differenti. Le forme linguistiche, i colori verbali filtrano spiragli di luce che neppure il rosso vivido della sofferenza può offuscare. E come racconta Pierfranco Bruni, nella sua drammatica fatica letteraria, Luisa Ferida portava in una mano una scarpetta di lana (Tabula Fati), il valore dell’infanzia violato è un delitto inalienabile. Una voce che si fonde a quelle dell’antologia nel denunciare le atroci conseguenze di una “disumanizzazione dell’anima” in direzione dell’imprescindibile tutela di ciò che di più prezioso abbiamo. È l’umanità a renderci umani.
di Stefania Romito (giornalista e scrittrice)