Draghi. Gentiloni. L’Europa guarda con apprensione la crisi in Italia. Mai come ora serve un leader forte

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AgenPress –  La Commissione europea guarda con «preoccupato stupore» alla crisi politica che si è aperta in Italia e che ha portato alle dimissioni del premier Mario Draghi. L’apprensione è stata scandita, ieri, dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni, durante la presentazione a Bruxelles delle previsioni economiche d’estate che certificano una frenata per la crescita dell’Eurozona nel prossimo anno, quando l’Italia precipiterà in fondo alla lista. Di fronte a un’Europa alle prese con guerra, inflazione record e crisi energetica, però, «c’è bisogno di una leadership forte» e di continuare con la realizzazione delle riforme e degli investimenti del Recovery Plan per «dimostrare che si tratta di un metodo di lavoro che vale la pena replicare anche in futuro».

Lo ha detto Paolo Gentiloni, parlando con alcuni media europei tra cui Il Messaggero. «La Commissione non interferisce nelle dinamiche politiche interne agli Stati membri. Detto ciò, è altrettanto evidente che stiamo solcando acque agitate tra guerra, tensioni geopolitiche, inflazione record e difficoltà sul fronte energetico, e la stabilità è un valore in sé. Grazie a un discreto livello di crescita del Pil non stiamo ancora attraversando la tempesta, ma questa navigazione richiede comunque un alto livello di coesione e una forte leadership. Due caratteristiche che hanno contraddistinto il governo guidato da Mario Draghi sin dal suo insediamento e nell’implementazione del Pnrr, e che come Commissione riteniamo essenziali per l’Italia».

A titolo comparativo, “l’economia italiana si comporta in linea con quelle degli altri grandi Stati membri e fa pure un po’ meglio della Germania – spiega -. Roma sta tornando proprio in queste settimane ai livelli di Pil pre-Covid. In sostanza, la valutazione globale della ripresa italiana è positiva”. Secondo “le nostre stime, ci attendiamo che nel terzo trimestre dell’anno l’inflazione possa raggiungere il suo picco, toccando l’8,4%. Dopodiché, prevediamo che comincerà a diminuire gradualmente fino a raggiungere, nell’ultimo trimestre, il 7,9%”.

Riguardo ai prezzi al consumo «secondo le nostre stime, ci attendiamo che nel terzo trimestre dell’anno l’inflazione possa raggiungere il suo picco, toccando l’8,4%. Dopodiché, prevediamo che comincerà a diminuire gradualmente fino a raggiungere, nell’ultimo trimestre, il 7,9%. Benché in riduzione, si tratta ancora di un livello molto alto. Non ci sarà una curva a “V” capace di ridurre in maniera pressoché istantanea la pressione sui prezzi al consumo. I costi delle materie prime. Però, non stanno andando tutti nella stessa direzione: quelli del petrolio nelle ultime settimane hanno visto una flessione, al pari di metalli e di alcuni beni alimentari; mentre il gas continua a essere particolarmente influenzato dall’attuale incertezza geopolitica. Nonostante tutte le incognite, è ragionevole quindi prevedere un calo dell’inflazione, anche se il prossimo anno rimarrà comunque su valori importanti, sopra il 4%».

 

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