AgenPress – Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa ha annunciato che si dimetterà dopo che i manifestanti hanno preso d’assalto la sua residenza ufficiale e dato alle fiamme la casa del primo ministro.
Né il premier né il presidente erano negli edifici. Migliaia di persone sono scese nella capitale Colombo, chiedendo le dimissioni di Rajapaksa dopo mesi di proteste per la cattiva gestione di una crisi economica.
Rajapaksa si dimetterà il 13 luglio. Il premier Wickremesinghe ha accettato di dimettersi.
Il presidente del Parlamento Mahinda Abeywardana ha affermato che il presidente si sarebbe dimesso “per garantire una transizione pacifica”.
Poche ore prima, la casa di Wickremesinghe è andata a fuoco dopo che i manifestanti hanno fatto irruzione e l’hanno data alle fiamme. I video che circolano sui social mostrano le fiamme che illuminano il cielo notturno.
La folla aveva invaso in precedenza la residenza ufficiale del signor Rajapaksa, facendo il bagno in piscina.
Il paese sta soffrendo un’inflazione dilagante e sta lottando per importare cibo, carburante e medicine.
Lo Sri Lanka era un tempo un Paese a reddito medio, con un Pil pro capite paragonabile a quello delle Filippine e un tenore di vita che la vicina India invidiava. Ora vive una crisi senza precedenti, provocata inizialmente dalla pandemia di Covid-19, che ha privato l’isola di 22 milioni di abitanti delle entrate provenienti dal turismo, e aggravata, secondo gli esperti, da una serie di decisioni politiche sbagliate.
Ieri la polizia aveva imposto il coprifuoco, poi revocato dopo che la misura era stata ampiamente ignorata dai manifestanti, alcuni dei quali hanno costretto i treni fermi a ripartire per consentire loro di raggiungere la capitale Colombo per manifestare. Nonostante il Paese sia quasi senza benzina e abbia dovuto chiudere le scuole, i manifestanti, sostenuti dai principali partiti di opposizione, hanno anche noleggiato autobus privati ;;per raggiungere la capitale. A maggio, nove persone erano state uccise e diverse centinaia ferite in precedenti proteste.