Il 2021 è stato un anno d’oro per AMD, che nell’ultimo trimestre ha raggiunto il 25.6% delle quote di mercato nel settore x86.
Nonostante la pandemia da Covid-19, nonostante la penuria cronica di chip, nonostante la crisi energetica, l’ultimo trimestre del 2021 è stato da record per AMD. Infatti, secondo i dati diffusi da Mercury Research, AMD ha fatto registrare un market share nel settore dei processori x86 pari al 25,6%, la quota di mercato più alta di sempre, che supera addirittura i valori ottenuti esattamente 15 anni fa quando, nel Q4 2006, raggiunse un market share del 25,3%. Quello appena tagliato è un traguardo record, che premia l’ottimo e costante lavoro svolto dall’azienda di Sunnyvale in questi anni, ma che poteva essere anche più rotondo. Analizzando infatti nel dettaglio i diversi segmenti, si può notare che a essere maggiormente penalizzato (e penalizzante) è stato quello che, storicamente, ha rappresentato il baluardo di AMD: quello desktop.
Il 2021 si è rivelato, apparentemente, tutto in salita, con una quota di mercato che è scesa al 16,2% (-3,1% rispetto all’anno precedente). In realtà la penuria di chip ha “costretto” AMD a ricalibrare la sua offerta, che si è orientata maggiormente sui processori desktop di fascia alta (quello con maggiori margini di guadagno). Insomma: meno prodotti venduti, ma più profitti. Non a caso il Ceo Lisa Su, commentando i risultati finanziari dell’ultima trimestrale, ha sottolineato come il fatturato delle Cpu desktop sia in crescita per il settimo trimestre consecutivo. Luci e ombre invece nel settore notebook: da un lato è vero che l’ultimo trimestre del 2021 si è chiuso con una quota del 21,6% (+2,6% rispetto allo stesso periodo del 2020), ma dall’altro si è registrato un -0,4% rispetto al trimestre precedente.
Più che ai demeriti di AMD, il risultato è da attribuirsi in questo caso ai meriti di Intel, che con l’arrivo dei processori Tiger Lake ha riguadagnato quote, soprattutto nel segmento notebook di fascia alta. Ma questo trend al ribasso potrebbe confermarsi anche nel 2022, viste le potenzialità dei processori Alder Lake nel mondo mobile (vi segnalo che nelle prossime pagine troverete proprio un approfondimento tecnologico che mette a confronto AMD Ryzen serie 6000 e Intel Alder Lake), Il settore server è invece davvero luminoso: qui si registra una crescita continua che ha portato AMD al 10,7% con un +3,6% rispetto al 2020 solo pochi anni fa l’azienda sembrava completamente tagliata fuori dal segmento dei server x86 e con trend positivi di costante crescita.
E l’acquisizione per 35 miliardi di dollari di Xilinx, annunciata a ottobre 2020, ma completata questo 14 febbraio, conferma l’enorme interesse per il settore dell’HPC (high-performance computing). L’ultimo settore delle Cpu x86, in cui AMD è dominatrice incontrastata e che ha contribuito in modo significativo al 25,6% complessivo, è quello delle console da gioco, in cui i suoi processori custom sono presenti all’interno di Playstation 5 e Xbox Series X/S e anche nella ormai imminente Steam Deck di Valve. Insomma, davvero un periodo d’oro per AMD che sembra intenzionata giustamente a battere il ferro finché caldo e ha annunciato l’arrivo della nuova architettura Zen 4 entro la fine del terzo trimestre, in anticipo sulla tabella di marcia.
Grazie ai nuovi investimenti che l’azienda ha sviluppato, anche l’anno 2022 si prospetterà un anno vincente. Nella seconda metà del 2022 ci sarà il lancio dei nuovissimi processori AMD Ryzen serie 7000 con architettura Zen 4. Oltre questo, AMD ha in mente di sfornare un altro interessantissimo processore da gioco con memoria 3D V-Cache che promette il 15% di prestazioni in più nei videogiochi.
E’ chiaro che AMD voglia conquistare nettamente gran fetta del mercato dei processori.
Articolo pubblicato su www.alexahmsolutions.it