Mario Draghi esclude un suo futuro in politica. Csm, priorità al Parlamento con tutte le forze politiche

AgenPress –  Mario Draghi esclude un suo futuro in politica. “Lo escludo, chiuso, sono stato chiaro? Ho visto che tanti mi candidano in tanti posti in giro per il mondo. Ringrazio moltissimo tutti ma se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, probabilmente un lavoro lo troverei anche da solo.

Riguardo alla riforma del Csm “è stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa grazie anche alle numerose interazioni con i partiti e il ministro Cartabia e il sottosegretario Garofoli”.

“C’e l’impegno ad adoperarsi con i capigruppo per l’approvazione della riforma prima dell’elezione del prossimo Csm e la necessità di un pieno coinvolgimento delle forze politiche insieme al rispetto dei tempi”., sottolinea il premier. “Si darà priorità assoluta in Parlamento” alla riforma, “con la consapevolezza di un pieno coinvolgimento delle forze politiche”.

“Non ci sarà la fiducia e i partiti hanno assicurato l’impegno a sostenere la riforma”. 

Sulla riforma restano “differenze” nella maggioranza, ma c’è anche “l’impegno corale” a superare le divergenze e ad arrivare ad un “testo concordato” prima dell’elezione del prossimo Csm. “Ci sono delle differenze di opinioni che sono rimaste. E’ stato possibile modificare molto marginalmente il testo, ma c’è l’impegno corale a superarle e a raggiungere questo risultato in tempi utili per l’elezione del prossimo consiglio” ha precisato Draghi.

Sulle misure relative al caro bollette spiega: “Le Cifre già stanziate quest’anno sono imponenti: circa nove miliardi e mezzo di euro, evidentemente non è sufficiente, credo di poter dire che sarà l’intervento sarà presentato la prossima settimana. Le linee fondamentali sono: sostegni per contenere le emergenze poi c’è una parte strutturale sull’offerta di energia e potenziamento delle rinnovabili e della produzione di energia e poi c’è una parte di fornitura all’industria con pezzi calmierati e con certezza dell’approvvigionamento”.

Poi un’osservazione circa lo spread sui titoli pubblici italiani: “Aumenta ma meno di quanto stia aumentando quello di altri Paesi europei. Mi aspettavo una domanda sugli spread, mi sono preparato. Sono andato a vedere i mercati – ha spiegato – un attimo prima di venire qua. Oggi gli spread sono aumentati del 4,5% per la Spagna, del 14 per l’Olanda, del 5,7 per l’Irlanda, per la Fr del 4,7%, per la Finlandia il 9, per il Belgio del 4,4%. Per l’Italia sono aumentati del 3,33 per cento, quindi sono aumentati per molti paesi, quasi tutti, non tutti, ma l’aumento italiano è inferiore a quello di tanti altri Paesi“.

“Lo dico – ha precisato – ma questo non deve assolutamente nascondere che partiamo da una base di spread molto più alta e da un volume di debito più alto. Quindi bisogna spendere bene, vigilare sui conti, vigilare sul debito. Per inciso, domani il governatore di Bankitalia annuncerà, nel suo intervento annuale al Forex, dei numeri veramente molto buoni su crescita e debito pubblico”. “Bisognerà continuare a tenere questi numeri ma soprattutto continuare – ha concluso Draghi – con una crescita sostenibile, sostenuta, duratura e stabile”.

Per quel che riguarda la polemica sul superbonus, Draghi chiarisce categorico: “Il superbonus si è fermato non per gli ostacoli sulla cessione dei crediti ma per i sequestri deliberati dalla magistratura a fronte di situazioni fraudolente che hanno raggiunto importi di 2,3 miliardi e le somme oggetto di controllo sono molto più alte”.

“‘L’ un per cento è il contributo che l’edilizia ha dato alla crescita ma senza superbonus l’edilizia funziona lo stesso ha aggiunto -. Quelli che più tuonano oggi sulla necessità di proseguire e che le frodi non contano e bisogna andare avanti sono gli stessi che hanno scritto una legge dove è stato possibile fare quello che si è fatto senza controlli. Questa situazione si è creata perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli”. E chiosa: “Per chiudere in positivo, posso aggiungere che il governo vuole che il meccanismo funzioni e quindi i vari correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento cui sta lavorando il Ministero dell’Economia insieme al Parlamento”.

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