Tonga. Distrutte tutte le case. Internet è fuori uso e non è possibile parlare con il resto del mondo

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AgenPress – “Un disastro senza precedenti”, è stato il primo comunicato del governo locale che accompagna le foto satellitari che mostrano uno scenario terribile. La cenere continua a ricoprire spiagge, infrastrutture e abitazioni mentre due isole minori sono state praticamente distrutte con pochissime case rimaste in piedi. Le vittime sono almeno tre (tra cui una cittadina britannica, che fino all’ultimo istante ha cercato invano di salvare i suoi cani, un uomo di 49 anni e una donna di 65 del posto).

La nota governativa spiega che “a essere gravemente colpite sono state alcune delle isole più piccole e periferiche. Su un’isola tutte le case sono state distrutte, mentre sull’altra ne sono rimaste solo due. Danneggiate anche alcune case sull’isola principale, quella di Tongatapu (dove risiedono circa 74 mila persone). Inoltre le riserve d’acqua sono state gravemente colpite dalla cenere vulcanica”.

Preoccupano le risorse idriche che potrebbero portare a un’ulteriore crisi umanitaria. Tonga che dall’inizio della pandemia ha registrato un solo contagio ora teme – con l’arrivo dei soccorritori sulle isole del Pacifico – di importare il coronavirus. Un alto diplomatico tongano a Canberra, Curtis Tuihalangingie, ha affermato alla Abc: “Sono preoccupato dallo tsunami di Covid che potrebbe colpire Tonga”. Danni sono stati registrati anche nella capitale Nuku’alofa. Il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza.

Internet è fuori uso e non è possibile parlare con il resto del mondo, a meno di un collegamento tramite satelliti. I tecnici hanno individuato due guasti: una rottura a 37 Km dalla costa mentre l’altra è vicina al vulcano eruttato. Condizione che rende impossibile la riparazione, almeno per ora. Intanto la nave competente in materia è in viaggio dalla vicina Papa Nuova Guinea e detterà le tempistiche della riparazione.

“Tonga rischia di stare per un bel po’ di tempo isolata, considerando che il 99% delle comunicazioni avviene tramite cavi sottomarini”, aveva dichiarato con ragione Radio New Zealand. La conferma è arrivata più tardi dal ministero degli Esteri neozelandese che ha ipotizzato – per il ripristino della connessione – “non prima di un mese“. Soluzione tampone, dunque, è data dall’operatore locale Digicel che ha ripristinato parte del superato sistema 2G. Almeno gli abitanti potranno telefonare e inviare messaggi limitatamente nell’arcipelago.

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