AgenPress – Nonostante gli impegni presi al vertice sul clima COP26, il mondo non è ancora vicino ai suoi obiettivi di limitare l’aumento della temperatura globale.
Si calcola che il mondo si sta dirigendo verso 2,4 ° C di riscaldamento, molto più del limite di 1,5 ° C a cui le nazioni si sono impegnate.
La COP26 “ha un enorme divario di credibilità, azione e impegno”, secondo il Climate Action Tracker (CAT).
Il vertice di Glasgow è considerato cruciale per arginare il cambiamento climatico.
Ma la previsione contrasta con l’ottimismo alla riunione delle Nazioni Unite della scorsa settimana, a seguito di una serie di grandi annunci che includevano un voto per fermare la deforestazione.
La COP26 dovrebbe concludersi questa settimana.
La proiezione arriva mentre il Met Office del Regno Unito avverte che un miliardo di persone potrebbe essere colpito da calore e umidità letali se la temperatura media globale aumenta di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Il rapporto di Climate Action Tracker esamina le promesse fatte dai governi prima e durante la COP26.
Conclude che, nel 2030, le emissioni di gas serra che riscaldano il pianeta saranno ancora il doppio di quelle necessarie per mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C.
Gli scienziati affermano che limitare il riscaldamento a 1,5°C eviterà che si verifichino gli impatti più pericolosi del cambiamento climatico.
Più di 140 paesi, che coprono il 90% delle emissioni globali, hanno annunciato un obiettivo di neutralità carbonica di metà secolo: la Cina è il 2060, l’India il 2070.
Secondo il CAT (Climate Action Tracker) questi obiettivi stanno dando “false speranze”.
Sulla base di ciò che i paesi hanno messo sul tavolo per il 2030, il mondo dovrebbe riscaldarsi di 2,4 °C entro il 2100. Il quadro migliora un po’ se si includono gli obiettivi a lungo termine di Stati Uniti e Cina, che riducono la temperatura a 2,1 °C.
Raggiungere lo zero netto implica ridurre il più possibile le emissioni di gas serra, quindi bilanciare eventuali rilasci rimanenti, ad esempio piantando alberi, che rimuovono la CO2 dall’atmosfera.
Più di 140 governi hanno promesso di raggiungere lo zero netto, coprendo il 90% delle emissioni globali.
Ma Climate Action Tracker dice che solo una manciata ha piani in atto per raggiungere l’obiettivo. Ha analizzato le politiche di 40 paesi e ha concluso che solo un piccolo numero è considerato “accettabile”, coprendo una frazione delle emissioni mondiali.
Se ogni paese implementasse i propri zeri netti a lungo termine, allora 1.8C potrebbe davvero essere possibile.
Ma la realtà è che, senza un serio piano per il 2030, la maggior parte di questi obiettivi a lungo termine non sarà realizzata.
Ecco perché la vera attenzione per i negoziatori qui deve essere sulle azioni che i paesi intraprenderanno nei prossimi nove anni.
Qualsiasi accordo concordato qui dovrà avere un percorso forte e credibile per il prossimo decennio. Altrimenti Glasgow sarà giudicato un fallimento.