Reddito cittadinanza. Cambieranno le regole. Orlando, contrasta povertà, ma non può creare lavoro

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AgenPress – Ancora oggi ci sono famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza dall’aprile del 2019 alla cifra record di 10 miliardi di euro.

Parliamo di 1,2 milioni di famiglie in Italia, circa 2,8 milioni di persone. Ma durante queste settimane il dibattito e il confronto sule possibili modifiche alla misura non si sono fermate, tutte volte a modificare i requisiti di accesso per accedere al sussidio, si starebbe discutendo dell’introduzione di una nuova condizionalità per accedere alla misura. Al centro della discussione c’è la possibilità di inserire l’obbligo per i percettori ritenuti occupabili di  accettare i contratti di lavoro con una durata di almeno due mesi. Attualmente i percettori del Rdc possono rifiutare contratti della durata inferire ai 3 mesi senza perdere però il sussidio.

Tra le precedenti modifiche ipotizzate c’è anche quella di rendere obbligatori corsi di formazione e di riqualificazione professionale per i percettori del Rdc, affinché le competenze possano coincidere con le qualifiche richieste delle aziende.

Quel che è certo è che la riforma del Rdc ci sarà, come confermato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando al Meeting di Rimini e che, parlando delle riforme e delle politiche attive del lavoro, ha ribadito che con i 5 milioni di euro in arrivo dal Piano di ripresa e resilienza “siamo tenuti a coinvolgere 3 milioni di persone entro il 2025, a guardare a platee specifiche, come over 50 e donne e – assicura – è una grande sfida che possiamo vincere”.

Il reddito di cittadinanza “è una discreta misura di contrasto alla povertà, ma non può creare lavoro”.

 

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