Ministro Gelmini: “Aperture ci saranno, soprattutto da maggio, forse qualcosa già dal 20 di aprile”

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AgenPress. “Aperture ci saranno, soprattutto da maggio, forse qualcosa già dal 20 di aprile si potrà riaprire”, afferma Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.
Per Giovanni Toti, presidente della regione Liguria e vice presidente della Conferenza delle Regioni, “è il momento di riprogrammare le riaperture dei prossimi mesi, solo così il Paese sarà pronto a ripartire dove il virus lo consentirà”.
Ad esempio si studia un nuovo protocollo per lo spettacolo dal vivo, che consenta lo svolgimento in sicurezza di eventi con un numero di spettatori in presenza più ampio rispetto all’estate scorsa. Lo annuncia il ministro Dario Franceschini, che ha già scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere un incontro con il Comitato tecnico scientifico per sottoporre le nuove misure.
Anche alla luce di esperienze europee, si pensa di superare i limiti precedenti grazie a condizioni di sicurezza aggiuntive, come l’esito di un tampone negativo come ‘pass’ e l’uso di mascherine Ffp2 integre e funzionanti. Quindi dopo il confronto con le categorie interessate, i Comuni e le Regioni, si lavora per sottoporre quanto prima le nuove regole al Cts.
“Ho sentito il presidente delle Regioni Bonaccini – spiega il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini – e i presidenti dell’Anci e dell’Upi per, a partire da questa settimana, organizzare degli incontri per capire come il monitoraggio organizzato a livello dei prefetti sta funzionando e prepararci all’auspicato aumento dell’uso dei mezzi pubblici non solo per la scuola ma in generale per, speriamo, il successo rapido della campagna vaccinale” e quindi “favorire funzioni innovative per consentire di viaggiare in sicurezza”.
Intanto sono tornati in classe 5,6 milioni di alunni: quasi il 66% degli 8,5 milioni iscritti a scuola, cioè 2 su 3. Tra loro, 2,7 milioni sono della scuola d’infanzia e primo ciclo, provenienti anche da zone rosse. Mentre sono 2,9 milioni quelli che restano con la didattica a distanza.
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