AgenPress – Una suora inginocchiata davanti alla polizia in tenuta antisommossa a Myitkyina supplica gli agenti di non sparare sui manifestanti. L’immagine di suor Ann Nu Thawng è la più forte ed emblematica dell’ennesima giornata di sangue ieri in Myanmar.
La foto mostra la suora di spalle, in ginocchio davanti a uno schieramento di forze di sicurezza in tenuta antisommossa a Yangon, che implora la pace. Il suo nome è Ann Nu Thawng ed è una religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello Stato del Kachin – stato birmano dove c’è una forte presenza di cristiani -, secondo il presidente della conferenza dei vescovi cattolici birmani, Charles Bo, citato da alcuni media. “La polizia sta arrestando, picchiando e persino sparando alle persone. In lacrime, suor Ann Nu Thawng implora e ferma la polizia affinché smetta di arrestare i manifestanti”, dichiara il cardinale Bo.
Domenica almeno 18 persone sono state uccise e altre 30 sono rimaste ferite nelle dimostrazioni contro i militari che hanno preso il potere con il golpe il 1 febbraio. A Yangon, più grande città del Paese e capitale fino al 2005, la polizia e l’esercito hanno usato blindati e idranti per disperdere la folla e in diverse città le forze dell’ordine hanno sparato sui manifestati.
La protesta anti-golpe e per il ritorno alla democrazia è tornata stamane a sfidare i militari nelle piazze in varie città della Birmania. Alcuni media internazionali riferiscono di barricate ricostruite a Yangon con impalcature di bambù, cassonetti e pneumatici. Video che circolano sui media e sui social mostrano manifestanti in marcia nella città sud-occidentale di Dawei. L’attivista per i diritti umani Thinzar Shunlei Yi, ripreso dall’Ansa, afferma che “il bagno di sangue ha solo reso la protesta più forte e più determinata che mai, ed è stato quindi controproducente” per il regime militare.