Fase 2. Task force Innovazione, distanziamento impone riduzione orario lavoro con turni

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Agenpress – “Riduzione sostanziale dell’orario di lavoro a salario invariato con un contributo dello Stato”, che – si noti – “costa meno allo Stato della cig a zero ore”, per affrontare la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

E’ quanto scrive la task force istituita dal ministero dell’Innovazione nella relazione sull’impatto economico in un documento datato 14 aprile, ma pubblicato la scorsa settimana, in cui si sottolinea che tale scelta è suggerita dalla “necessità di garantire il distanziamento assieme alla difficoltà di svolgere il lavoro utilizzando protezioni (guanti, mascherine, etc.)”.

“Come gestire la fase 2: far ripartire gradualmente l’economia senza pregiudicare la salute e la sicurezza dei cittadini, e prevenendo il rischio di una risorgenza dell’epidemia”. A scriverla sono docenti universitari ed altri esperti reclutati nel cosiddetto gruppo ‘data-driven’ (74 componenti complessivi) e in particolare del team ristretto dedicato proprio alla valutazione delle ripercussioni economiche. Tra gli autori vengono citati: Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant’Anna), Andrea Roventini (Scuola Superiore Sant’Anna), Mauro Napoletano (Ofce, Sciences Po), Francesca Chiaromonte (Scuola Superiore Sant’Anna), Fosca Giannotti (Cnr), Dino Pedreschi (Università di Pisa), Paolo Vineis (Imperial College).

Il presupposto è: “se vogliamo evitare il totale collasso economico-sociale del nostro paese, l’economia va riaperta velocemente”. E, per essere più precisi, “ritardare oltre l’inizio di maggio la riapertura potrebbe drasticamente esacerbare il disagio socio-economico del paese, già a livelli critici”.

Oltre al taglio dell’orario di lavoro, si raccomanda una riapertura “sotto precise condizioni: la disponibilità di mascherine (FPP2, FPP3), guanti e le altre misure di protezione (per esempio cambio abito in uscita dal lavoro e di nuovo all’ingresso in famiglia); la possibilità di garantire il distanziamento fisico dei lavoratori; e lo svolgimento di periodiche disinfezioni ed areazioni degli ambienti di lavoro”. Secondo la relazione le “violazioni di queste condizioni vanno sanzionate per legge, anche con misure penali rilevanti, e attentamente monitorate”. 

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