Agenpress – “Ho firmato anche io questo referendum. La questione delle casta è una cosa, quella del numero dei parlamentari è un’altra cosa. Innanzitutto non era nelle idee originarie del M5S tagliare i rappresentanti democraticamente eletti, l’idea era risparmiare sui costi del Parlamento. Tagliare gli stipendi dei parlamentari avrebbe un effetto economico molto più significativo rispetto al taglio del numero dei parlamentari”.
Così Elena Fattori, senatrice del Gruppo misto, ex M5S, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, riguardo il referendum sul taglio dei parlamentari.
“Non trovo in questo momento che ridurre la rappresentanza parlamentare sia in linea con l’idea di una democrazia condivisa e diretta. La lotta alla casta si fa riducendo gli sprechi. Referendum? Quando non si raggiungono i due terzi è importante che i cittadini consentano ai cittadini di esprimersi, non vedo tutta questa tragedia. I cittadini potranno informarsi e voteranno con coscienza. I cittadini devono votare, si tratta di una decisione sulla Costituzione. Noi come gruppo parlamentare del M5S all’epoca spendevamo la metà dei fondi in comunicazione. Bisognerebbe tornare ad una politica più sobria, ritornando nelle piazze a parlare di contenuti. Ridurre la rappresentanza dei cittadini è stato l’obiettivo anche di Renzi, anche il piano di rinascita democratica di Licio Gelli prevedeva il taglio dei parlamentari”.
“Ridurre la rappresentanza dei cittadini non fa altro che rafforzare il potere delle istituzioni europee sul nostro Paese, visto che si parla tanto di sovranità. Dubito che qualcuno potrà sfruttare questo rinvio per prendere qualche parlamentare in piàù perché gli elettori lo punirebbero. Questo governo deve andare avanti, chiunque lo farà cadere per logiche meschine se ne prenderà la responsabilità”.
Sempre più dissidenti del M5S, ultimo Gianluigi Paragone. “Io ho aderito al M5S per i principi progressisti di ambientalismo, giustizia, partecipazione. L’antieuropeismo è un un’invenzione successiva. Che l’Europa vada cambiata siamo d’accordo, però le modalità un po’ becere in stile leghista non appartengono al M5S. L’antieuropeismo del M5S non era condiviso dalla base, né dagli eletti all’Europarlamento. Quelli che nel Movimento millantano che l’antieuropeismo fosse un principio delle origini dicono il falso”.
Sul caso Gregoretti. “Votai a favore dell’autorizzazione a procedere, con grande difficoltà visto che il resto del gruppo votò contro. Adesso il M5S è passato dall’altro lato: dagli a Salvini che ha bloccato la nave! Ci vorrebbe maggiore sobrietà. Nella giunta e in Parlamento si deciderà sul caso, non mi piacciono il processo mediatico e la strumentalizzazione politica. Penso che anche in questo caso voterò a favore dell’autorizzazione a procedere, ma senza usare la fanfara”.