Agenpress. Nel corso della riunione dei Comitati Tecnici e Scientifico il prefetto Francesco Tagliente, animatore dei think tank tra esperti pubblici e privati, affrontando il tema delle buone pratiche in materia di sviluppo e sicurezza della popolazione, delle città-territori e degli investimenti, ha sottolineato che “Negli ultimi tempi, tante città si sono trovate impreparate e distrutte dal violento maltempo. Sono seguite polemiche sulla mancanza di adeguati interventi di prevenzione per una tutela e cura del territorio martoriato, da anni, da questi fenomeni. I cambiamenti climatici e meteo estremo sono le sfide globali più grandi che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni.
“Servono interventi sul piano urbanistico, sulle reti fognarie e un monitoraggio costante degli argini dei fiumi e dei torrenti avvalendosi anche del mondo del volontariato e della tecnologia più avanzata”
In cima alla lista degli interventi, come priorità assoluta, vedo l’educazione del cittadino al rispetto del bene comune e la pulizia delle strade. Talvolta le fognature non ricevono perché intasate da fogliame e rifiuti abbandonati.
E’ urgente una adeguata opera di bonifica e pianificazione idraulica incidendo di più negli interventi di prevenzione in tutti i settori. Per assicurare un corretto equilibrio idraulico è indispensabile dragare i fiumi, soprattutto alla foce, e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori come i canali e i fossi di scolo del territorio.
Bisogna prevenire il rischio idraulico ripensando al pericolo derivante dai vincoli delle normative vigenti, che di fatto rendono difficile lo scavo degli alvei dei fossi e dei canali e oneroso lo smaltimento dei fanghi di escavazione, con rischio serio per tutta la popolazione.
Il dragaggio dei canali e dei fossi è fondamentale perché evita gli allagamenti: in caso di evento meteorico superiore alla media o addirittura eccezionale, l’aver effettuato correttamente la pulizia significa la difesa di tutti i cittadini.
Bisogna rendere più agevoli i lavori di dragaggio e tornare ad avere la rete di canali, efficiente e in grado di garantire la sicurezza.
In passato i materiali risultanti dall’escavazione venivano depositati lungo le fasce limitrofe al corso del canale. Con l’entrata in vigore dei nuovi vincoli questa attività non è più possibile: i fanghi, devono essere trattati tutti come rifiuti, e spesso come rifiuti speciali. Ne consegue che un’attività che prima veniva eseguita come manutenzione ordinaria, adesso deve essere trattata come straordinaria, con conseguente complicazione operativa ed aumento esponenziale dei costi, sia per le analisi che per l’adozione di soluzioni tecniche per lo stoccaggio. Oggi per pulire i canali e i fossi i costi sono altissimi. I “fanghi di dragaggio”, dopo le analisi chimico-fisiche nella maggior parte dei casi sono classificati come rifiuto e talvolta speciale dovrebbero essere conferiti in discarica, con un alto costo, per il trasporto e lo smaltimento.
Gli argini dei fiumi e dei torrenti andrebbero monitorati, in particolare in prossimità dei centri abitati. Non è pensabile farlo in fase critica durante la piena. Sarebbe utile ispezionarli facendo ricorso al mondo del volontariato e agli strumenti che la tecnologia oggi ci consente di poter disporre. Inoltre andrebbero dragati i fiumi soprattutto alla foce e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori”.