Agenpress – “Sento fortemente che dovremmo da soli trovare le soluzioni ed è questa anche la posizione del governo centrale, ma se la situazione dovesse diventare pessima, allora nessuna opzione può essere esclusa se vogliamo che Hong Kong abbia almeno un’altra chance”.
Lo ha detto la governatrice Carrie Lam, in conferenza stampa invitando i critici stranieri ad accettare la realtà che le violenti proteste di Hong Kong non sono più “un movimento pacifico per la democrazia”, partite a giugno dalla contestata legge sulle estradizioni in Cina.
Quanto all’intervento cinese, è previsto dalla costituzione dell’ex colonia britannica, la Basic Law, ma la governatrice non ha spiegato a quali condizioni ne farebbe eventualmente ricorso. Sulla nuova legge relativa al divieto d’indossare le mascherine a eventi e manifestazioni, la Lam ha notato che “è troppo presto” per dire se l’iniziativa abbia raggiunto il suo l’obiettivo oppure no.
“Sono sicura che anche voi concorderete che ogni nuova politica o legge abbia bisogno di tempo per essere effettivamente applicata”.
Lam ha escluso altre misure speciali in aggiunta al divieto di uso delle mascherine, precisando che il governo avrebbe fatto un “esame attento” prima di agire in forza dei poteri emergenziali definiti dalla legge del 1922, in pieno periodo coloniale.