Agenpress – “Sono turbato da padre e da cittadino. Tra l’altro mi domando come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili. Formulerò un esposto al garante della privacy, da privato cittadino e non da Ministro, per tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali”.
Lo scrive su Facebook il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti annunciando di aver preparato un esposto al garante della privacy dopo la doppia polemica che lo ha investito. Da una parte ci sono i suoi commenti social, antecedenti alla carica di ministro, in cui si scagliava con enfasi e violenza verso alcuni politici. Dall’altra c’è la scelta, di genitore, di far frequentare al figlio una scuola inglese. E su twitter spopola l’hastag #Fioramentidimettiti.
“Sui giornali era apparsa la notizia che il figlio del ministro frequentasse una scuola inglese e non avesse fatto l’esame di italiano per accedere alle elementari. Una notizia che ha fatto insorgere le opposizioni che parlavano di rapporti privilegiati. C’è da dire che la famiglia Fioramonti arrivava da poco dal Sudafrica, la moglie del ministro è tedesca. E il bimbo in effetti non parla bene l’italiano per questo si sarebbe trovato in forte difficoltà”.
“Mio figlio – spiega il ministro su Facebook – ha sempre frequentato scuole internazionali perché è nato e cresciuto all’estero. Queste scuole sono le uniche che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza.
Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue (tra cui l’italiano), ma al tempo dell’iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui – anche su suggerimento della scuola – abbiamo deciso di non registrarlo per l’esame facoltativo d’italiano.
E comunque, queste sono questioni che attengono alla sua vita privata. Di questo, gli altri non dovrebbero interessarsi. Ha il diritto ad una vita serena al riparo dalle polemiche pubbliche che da Ministro sono chiamato ad affrontare. Tale ingerenza nei confronti della mia famiglia e della comunità scolastica è avvenuta in spregio di ogni tutela della privacy, nonche’ delle piu’ elementari regole di deontologia professionale”.
“Difendo e difenderò sempre il diritto alla libera informazione, accetto in silenzio tutte le critiche, in taluni casi anche molto dure, che mi vengono rivolte. A tutti può capitare di incorrere in errori, anche a me, come nel caso dei toni usati nelle affermazioni rilanciate dal tritacarne mediatico, pur vecchie di anni e fatte quando ero un semplice cittadino”. “Oggi – scrive ancora su Facebook – non si attacca il mio lavoro, fatto di intese coi sindacati per garantire la didattica, eliminare il precariato, rilanciare l’edilizia scolastica e battersi per maggiori risorse in un settore bistrattato da decenni, ma le mie opinioni di anni fa, scritte sulla mia pagina privata, di getto, e con toni di cui ovviamente non vado fiero (e per cui ho già chiesto scusa alla diretta interessata in forma personale)”.